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Eziolino Capuano e il sesso prima delle partite: “Prestazioni su bidet o lavandino non vanno bene”

Eziolino Capuano ha appena salvato il Taranto e racconta le sue regole per i calciatori: dal come fare sesso ai vestiti, tatuaggi e orecchini. Il tecnico lucano si vede così: “Sono come Robin Hood, rubo al ricco per il povero. Non sono arrivato in Serie A per il mio modo di pormi”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ieri il Taranto ha pareggiato 0-0 in casa del Monterosi Tuscia, ma il colpo grosso che vale la stagione i pugliesi lo avevano messo a segno una settimana prima: 3-0 casalingo al Pescara e conseguente salvezza matematica nel Girone C della Serie C con due giornate di anticipo. Un risultato che aveva fatto gonfiare il petto al tecnico Eziolino Capuano, che si era tolto anche qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di Zdenek Zeman, allenatore degli abruzzesi.

Il 58enne lucano – come si definisce lui stesso pur essendo nato a Salerno – ha dunque centrato l'obiettivo che la dirigenza del Taranto gli aveva posto quando nello scorso settembre lo aveva chiamato in panchina al posto dell'esonerato Nello Di Costanzo, che aveva perso le prime due partite di campionato. Capuano ce l'ha fatta e non nasconde la sua soddisfazione: "Per certi versi è stata un’impresa: ho trovato una situazione che poi si è protratta per l'intera stagione, con il pubblico che non è mai venuto allo stadio; ma volevo Taranto e alla mia età la squadra la scelgo io. Me lo posso permettere e non è presunzione. A Taranto c'ero stato 21 anni fa, un ragazzino, e mi ero ripromesso di tornare. Con l'età sono maturato; per me l'esperienza è tutto ciò che un essere umano riesce a tramutare da negativo in positivo. Il resto sono cazzate".

Ezio Capuano, per tutti Eziolino, è nato a Salerno il 19 gennaio 1965
Ezio Capuano, per tutti Eziolino, è nato a Salerno il 19 gennaio 1965

Nella lunga intervista concessa al Fatto Quotidiano, Capuano apre i cassetti del suo calcio – che lo ha visto girare per tantissime panchine – ma anche del suo modo di vedere la vita, che è intimamente intrecciato al pallone: "Ho un caratterino? È forte, esuberante, autoritario, autorevole. Più autorevole o autoritario? Chi ha il comando deve possedere le due fasi, poi è più bella l'autorevolezza, ma in certi momenti sei obbligato a diventare autoritario. Non ho mai barattato la mia dignità. Con me è impossibile provarci: il valore dell'uomo ha superato quello dell'allenatore".

Un allenatore che a suo dire è stato penalizzato dalla fama che gli è arrivata da altre situazioni extracampo, come alcuni sfoghi con i calciatori o conferenze stampa piuttosto animate in cui ha battibeccato con i giornalisti: "La mia fama ha oscurato i meriti da allenatore. Il valore mediatico che ho ricevuto, l'essere diventato un personaggio, da un lato mi ha reso pubblico, dall'altro mi ha penalizzato. Perché non sono mai arrivato in Serie A? Per il mio essere, il modo di pormi, di non accettare compromessi e non lo dico come forma di autocelebrazione; a un presidente non fa piacere e neanche ai direttori. Ognuno deve restare nel proprio spazio".

Personaggio iconico del calcio italiano, Capuano ha allenato sempre al Centro-Sud
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Da un punto di vista non strettamente tecnico, Capuano si descrive così: "Sono come Robin Hood, rubo al ricco per il povero; questa è una bella frase. Chi è il ricco? Il giocatore più fortunato, più forte e con più carriera davanti. Il debole è il ragazzino appena arrivato sul campo. Di un giocatore mi interessa più la tenacia. La tecnica è fine a se stessa, fa parte della qualità; la tenacia rientra nell'indole, nel cuore, nella mente. Il giocatore non si costruisce nel rettangolo da gioco".

Il tecnico lucano si sente anche educatore: "Ho un rapporto un po' strano con i miei calciatori: sono schietto e do indicazioni, se vengo seguito diventi un figlio, se non è così cerco di entrare nella mente, di capire; se non funziona allora ti abbandono. E se ti abbandono, se non ti rompo i coglioni, allora ti devi preoccupare seriamente. Non voglio orecchini né musica nello spogliatoio e tutti vestiti uguali. Rappresentiamo una città; non ti puoi presentare con l'orecchino come se andassi da Maria De Filippi. I tatuaggi? A mio figlio li proibisco; sono l'enfatizzazione dell'egocentrismo e il giocatore è molto egocentrico".

Capitolo sesso prima delle partite, Capuano ha una regola fondamentale per i suoi calciatori: "Dipende se uno fa l'amore o le prestazioni. Evito di chiederlo, però lo sanno; ma se uno lo fa sul bidet o sul lavandino, non va bene". Il tecnico giura di non aver mai avuto scontri fisici con i giocatori: "Chi usa le mani è un bandito e un bastardo. Se qualcuno ci ha provato con me? No, perché se ci provi poi devi avere le palle ottagonali…".

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