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Evra polverizza il City: “Si sono cagati addosso come il PSG, hanno i soldi ma non la storia”

Patrice Evra, inviato al Bernabeu per Real Madrid-Manchester City su Amazon Prime Video, ha analizzato la debacle degli inglesi: “Traumatizzati perché non hanno storia”.
A cura di Redazione Sport
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Sarà il suo passato con la maglia del Manchester United, o la maglia del Bernabeu che l'ha rapito sin dal prepartita. Ma Patrice Evra non si fa problemi ad infierire sul Manchester City nel post-partita della semifinale di Champions League persa contro il Real Madrid. In diretta su Amazon Prime Video, l'ex terzino francese è stato protagonista di un paio di interventi tranchant sui Citizens e le motivazioni della bruciante eliminazione rimediata dalla truppa di Guardiola.

Questione di DNA, in primis. Evra lo dice chiaro e tondo, senza troppi giri di parole, aiutandosi con un suono che fa sorridere i suoi colleghi di studio e rende bene l'idea: "Il Manchester City si è prrrr (fa una pernacchia ma il senso è chiaro, ndr) addosso, è la verità. Sono traumatizzati. Mi ricordano il PSG: sono dei club basati sui soldi. Anche il Real Madrid ha i soldi, ma dietro ha una storia. Loro soltanto i soldi e i giocatori vanno a giocare lì solo per quel motivo. Poi vincono i campionati, certo, ma un calciatore sceglie di andare al Manchester City soltanto perché ti offre di più". E il parallelo con il PSG suona decisamente calzante, visto com'è andata a finire l'avventura in Champions del club parigino: eliminato dal Real Madrid con una rimonta incredibile al Bernabeu, proprio come il Manchester City. Analogie non del tutto causali, evidentemente.

Qualche istante prima la disamina sul collasso del Manchester City da parte di Evra si era focalizzata sull'aspetto psicologico. E con un'accusa piuttosto esplicita ai metodi di lavoro di Guardiola: "Il City ha bisogno di leader, ma Guardiola non vuole leader. Non vuole personalità. È lui il leader. Per questo quando sono in difficoltà non hanno qualcuno in campo che li aiuti. Lui sceglie le sue squadre così, non può allenare persone con personalità. Lo ha fatto al Barcellona, ma lui costruisce la sua squadra per controllare tutti. Quando le cose vanno male, decide sempre lui". E non sempre il campo gli dà ragione.

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