Eriksson si commuove, omaggiato da tutto lo stadio del Goteborg: è accompagnato sotto braccio
Un'altra grandissima emozione per Sven-Goran Eriksson, dopo l'accoglienza da brividi del mese scorso ad Anfield, quando ha realizzato il suo sogno di sedersi sulla panchina del Liverpool sia pure in un match di beneficenza, e quella ugualmente toccante ricevuta la settimana scorsa a Lisbona, dove in passato ha allenato il Benfica. Oggi quello che purtroppo appare come un commovente tour di commiato, dopo che il 76enne tecnico ha annunciato di avere un cancro al pancreas allo stato terminale e non operabile, ha vissuto un'altra tappa nello stadio di un club che ha segnato un momento fondamentale della carriera dello svedese: l'Ullevi di Goteborg, squadra con cui nel 1982 vinse uno storico Triplete con campionato, coppa nazionale e Coppa UEFA, battendo in finale il favoritissimo Amburgo. Sono passati più di 40 anni, ma nessuno ha dimenticato e oggi Eriksson si è commosso di fronte all'affetto che gli è stato riversato addosso.
Questo sabato il Goteborg era impegnato in casa nella quarta giornata di campionato contro il Norrkoping: il match è finito 1-1 e lascia la squadra biancoblù a metà classifica, ma tutto è passato in secondo piano di fronte allo struggimento di quanto accaduto prima del fischio d'inizio, quando Eriksson è stato accompagnato sotto braccio sul terreno di gioco, dove poi si è fermato per guardare ed ascoltare il tributo di chi lo ama, perché chi ama non dimentica. Applausi, cori e un enorme suo ritratto da giovane a coprire gran parte della curva. Svennis ha sorriso dolcemente, come lo ricordiamo bene dai tempi di Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio, e poi si è abbandonato alle lacrime.
"Non so se è pioggia o lacrime, penso che siano lacrime – ha detto – È assolutamente incredibile e mi sento commosso. È incredibilmente bello". Poi Eriksson ha ricevuto una maglietta del Goteborg col suo nome, incorniciata in un quadro, ed ha abbandonato il campo con passo un po' incerto, sempre preso sotto braccio dal suo accompagnatore.
Sugli spalti dello stadio Ullevi c'erano molti dei giocatori di quella squadra leggendaria che fece la storia nel 1982, primo e unico club svedese a vincere una coppa europea. Tra loro anche l'ex atalantino Glenn Stromberg, che ha dedicato al tecnico parole di grande affetto: "La cosa più sorprendente di Svennis è che è esattamente la stessa persona di allora – ha detto il 64enne ex centrocampista – Può gestire cose divertenti e può gestire cose negative. E può gestire tutta la confusione. È esattamente la stessa persona che era il primo giorno che l'ho incontrato. A parte la mia famiglia, Svennis è la persona che ha significato di più per me nella mia vita".