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Era il futuro della Juve, Kulusevski racconta così l’addio: “Qualcosa non ha funzionato con Allegri”

Kulusevski era stato acquistato per rinnovare la rosa della Juventus ma dopo un anno e mezzo lo svedese è stato ceduto al Tottenham: a raccontare cosa non ha funzionato è lo stesso calciatore.
A cura di Vito Lamorte
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Tra Dejan Kulusevski e la Juventus nessuno si aspettava un epilogo del genere. Il suo arrivo a Torino era stato salutato come quello di un colpo eccellente per disegnare la squadra bianconera del futuro ma il calciatore svedese dopo solo un anno e mezzo ha preparato le valigie e si è trasferito a Londra, sponda Tottenham. Ad accoglierlo Fabio Paratici, che lui conosce bene; e Antonio Conte, che lo avrebbe voluto all'Inter: questo classe 2000 era oggetto del desiderio di molti top club dopo la brillante stagione al Parma ma ora dovrà riguadagnarsi la fiducia della critica a causa della scarsa continuità avuto nel suo periodo in bianconero.

Nel corso dell'intervista rilasciata a Sky Sport il calciatore svedese ha raccontato la sua separazione con la Juventus e del rapporto mai sbocciato con Massimiliano Allegri: "Cosa non ha funzionato con Allegri? Non lo so, a volte il calcio è così. Ho trovato un po' meno spazio e non sono riuscito ad essere me. Non sono riuscito a fare quello che ho dentro di me, ma la vita continua".

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Il giovane calciatore svedese, però, ha voluto sottolineare come la sua esperienza alla Juve non si tutta da dimenticare e ci sono stati dei momenti molto significativi per lui: "Ho avuto tanti alti alla Juve, soprattutto nella parte finale della scorsa stagione, in cui ho finito benissimo, specie con la vittoria ottenuta contro l'Atalanta. Adesso gioco al Tottenham e sono molto contento qui".

Ora è a Londra, in Premier League. Gli inglesi hanno sborsato per Kulusevski, tra prestito e riscatto, 45 milioni di euro complessivi e su di lui ci sono grandi aspettative. Sulla sua nuova esperienza ha subito messo in risalto la differenza di ritmo che c'è tra il nostro calcio e quello inglese, fin dagli allenamenti: "Il primo giorno che sono arrivato qui, ho visto vome si allenavano e notavo che andavano a un ritmo molto più veloce. C'erano molti più scatti e c'era molto più contatto fisico".   

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