Emiliano Sala, un anno dalla morte: dal pilota all’autopsia, le cause dell’incidente aereo
"Qui cade tutto a pezzi, ho paura". È stato l'ultimo messaggio su WhatsApp di Emiliano Sala prima che il Piper PA 46 Malibu mono-motore a bordo del quale viaggiava scomparisse dai radar e fosse inghiottito dal mare. Un anno fa, il 21 gennaio 2019, accadde la tragedia del calciatore argentino morto a 28 anni nel disastro aereo avvenuto sul Canale della Manica (nei pressi dell’isola di Alderney, nelle acque al largo della Normandia). Le ricerche ufficiali si conclusero il 24 gennaio ma continuarono in forma privata, finanziate dalla famiglia del giocatore attraverso una raccolta fondi: il relitto fu ritrovato il 4 febbraio a 68 metri di profondità, in un tratto di acque internazionali. Tre giorni dopo – il 7 febbraio -, nonostante le condizioni meteo, venne recuperata l'unica salma presente all'interno della carlinga.
Quali sono state le cause dell'incidente aereo
Ore 21.22. Secondo l'Air Accidents Investigation Branch (la struttura investigativa parte del Dipartimento dei Trasporti britannico) è questo il momento esatto in cui s'è verificato l'incidente nel quale hanno perso la vita Emiliano Sala e il pilota, David Ibbotson (il cui cadavere non è mai stato ritrovato, trascinato forse dalla corrente marina dopo essere stato sbalzato dalla fusoliera).
Alle 20.15 erano partiti dalla città francese di Nantes dove l'ex punta s'era recata per salutare i compagni di squadra e raccogliere gli ultimi effetti personali: qualcosa lungo la rotta non ha funzionato e solo dopo aver effettuato l'autopsia sulla salma è stato possibile risalire alla cause del disastro facendo chiarezza dopo diverse supposizioni: un guasto meccanico (forse dovuto a una non perfetta manutenzione), un'avaria improvvisa è la tesi preminente rispetto all'ipotesi di chiaro errore umano.
Com'è morto Emiliano Sala, cosa ha rivelato l'autopsia
Lesioni alla testa e al tronco. È stato questo il responso ufficiale dell'autopsia effettuata sul cadavere di Emiliano Sala in seguito all'apertura dell'inchiesta sull'incidente aereo e sul decesso. Il calciatore venne identificato grazie alle impronte digitali e il test tossicologico indicato nel dossier dell’Air Accidents Investigation Branch rivelò che Emiliano Sala aveva inalato altissimi livelli di monossido di carbonio (58% rispetto alla soglia massima di tolleranza del 50% per una persona) prima di morire. La concentrazione nel suo sangue per l'esposizione al gas era tale da provocare svenimenti e infarti. La sostanza rilevata fu la carbossiemoglobina che si forma nei globuli rossi quando si entra a contatto con il monossido di carbonio prodotto dai motori a scoppio. Quasi sicuramente il monossido di carbonio si è infiltrato nel sistema di ventilazione della cabina che non è separata dall’abitacolo.
Due persone condannate per aver diffuso le foto del cadavere di Sala
Sherry Bray e Cristopher Ashford (rispettivamente responsabile e dipendente della società che fornisce all'obitorio le telecamere a circuito chiuso) sono le persone denunciate, processate e condannate per aver effettuato foto delle riprese avvenute al momento dell'autopsia e circolate su internet. Ai due sono stati inflitti 14 e 5 mesi di reclusione dal tribunale di Swindon.
I dubbi sull'abilitazione del pilota
Secondo le informazioni raccolte dagli inquirenti, l'aereo era stato fabbricato nel 1984, aveva un regolare certificato di idoneità al volo (emesso in data 27 aprile dello stesso anno) e fino alla data dell'ultima revisione (risalente al 30 novembre 2018) aveva volato per 6.636 ore. I punti oscuri della vicenda fanno riferimento anche alla figura del conducente che – come raccontato dalla BBC – non era abilitato a pilotare di notte perché daltonico. Un difetto della vista che gli aveva impedito di mettersi al comando di qualsiasi tipo di velivolo al buio.
Non è l'unica zona d'ombra che chiama in casa presunte violazioni: l'uomo scelto per condurre Sala verso l'Inghilterra, infatti, è risultato non aver completato l'addestramento e né in possesso della licenza per trasportare passeggeri a pagamento all'interno dell'Unione Europea. Pochi mesi dopo la sciagura la polizia del Dorset arrestò – salvo rilascio avvenuto poco dopo – anche un uomo con l'accusa di omicidio colposo. Era lui il pilota che avrebbe dovuto condurre l'aereo con a bordo il calciatore, prima del cambio con Dave Ibbotson.
Il dolore della famiglia: il padre di Emiliano, Horacio Sala, morto d'infarto
L'attaccante del Nantes era in volo verso Cardiff per unirsi alla squadra che lo aveva ingaggiato e iniziare la nuova avventura in Premier League (oggi i gallesi sono in Championship). Perfino il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini, pensava a una sua convocazione da "oriundo" in virtù dei 12 gol in 19 presenze in campionato (media di 1.12 reti a partita). Un sogno tramutatosi in incubo terribile per i familiari e gli ex compagni di squadra.
Il padre dell’argentino, Horacio Sala, morto a causa di un infarto qualche settimana dopo aver concesso l’intervista alla BBC, puntò il dito contro il club gallese del Cardiff e lo accusò di aver abbandonato il figlio al suo destino. "Perché non hanno scelto un mezzo più sicuro? Lo hanno lasciato da solo come un cane", raccontò con la voce rotta dal dolore e dall'emozione.
I sospetti sollevati dal cugino, Matias: Lo hanno ammazzato
Matias Gatti – cugino di Emiliano – sollevò addirittura pesanti sospetti su tutta la vicenda. "Per come la vedo io, Emiliano lo hanno ammazzato – affermò ai media argentini nel giorno del funerale -. Ci sono tante cose che non tornano, credo che l'abbiano costretto a salire su quell'aereo".
La cagnolina Nala ai piedi del feretro del padrone
Altrettanto toccanti furono le parole e la foto della sorella di Emiliano, Romina, che postò sul proprio profilo Facebook l'immagine della cane fermo sull'uscio di casa ad attendere il ritorno del padrone. "Anche Nala ti sta aspettando", scrisse in quel messaggio addolorato. Nala era stata una delle ragioni per cui il giocatore era tornato in Francia: l'aveva adottata nel 2015, da allora era divenuta un'amica fedele. Gli restò accanto anche nel giorno delle esequie, avvicinandosi al feretro del padrone nei pressi della chiesa. "Era una persona semplice e con un cuore puro", raccontò singhiozzando la fidanzata di Sala, Luiz Ungerer, 31enne pallavolista brasiliana.
La vertenza tra Cardiff e Nantes per la cessione di Sala
Il Nantes, che aveva ceduto Emiliano Sala, e il Cardiff, che aveva ingaggiato il calciatore, avevano pattuito una somma di 18 milioni di euro per formalizzare l'operazione. Dopo la morte del calciatore è iniziata la vertenza sul pagamento. La Fifa aveva inizialmente dato ragione alla società francese stabilendo che il club d'Oltremanica avrebbe dovuto versare la prima rata da 6 milioni di euro. Una decisione impugnata dinanzi al Tas, che ha accolto l'istanza: l'arbitrato verrà discusso bella primavera di quest'anno.