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Eder attacca ancora Suning dopo la cessione di Lukaku: “Mi sono sbagliato di 100 milioni”

L’ex attaccante dell’Inter Eder sferra un nuovo attacco nei confronti del Gruppo Suning e della famiglia Zhang dopo la cessione di Romelu Lukaku al Chelsea ricordando che lo scenario da lui ipotizzato a fine maggio sia oggi peggiore del previsto: “Pensavo volessero intascare solo 100 milioni, mi sono sbagliato di 100 milioni di euro”.
A cura di Michele Mazzeo
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Tra l'ex calciatore di Inter e Jiangsu Eder e il Gruppo Suning che controlla la società nerazzurra non corre buon sangue e l'italo-brasiliano dopo la cessione di Romelu Lukaku al Chelsea (praticamente conclusa) è tornato alla carica attaccando nuovamente la proprietà cinese. "Ho sbagliato di 100 milioni…", ha scritto infatti l'ex attaccante nerazzurro su Twitter, ricordando un precedente tweet nel quale accusava Suning di voler distruggere il progetto Inter solo per incassare 100 milioni di euro.

Dopo il trattamento ricevuto dallo Jiangsu (all'epoca di proprietà del Gruppo Suning) palesato in diverse stoccate social in cui aveva evidenziato mancati pagamenti dello stipendio da parte della proprietà cinese, dopo l'addio di Antonio Conte aveva fatto una previsione sul futuro dell'Inter: "Hanno buttato tutto all’aria il grande lavoro fatto. Dai calciatori, staff e dirigenti. E adesso all’Inter mandano all’aria il grande lavoro fatto dal Mister Conte. Perché devono intascarsi 100 milioni. Del calcio, dei dipendenti se ne fregano" aveva scritto difatti lo scorso 28 maggio.

Oggi a distanza di due mesi e mezzo, dopo la cessione di Hakimi al PSG (per 60 milioni + 11 di bonus) e quella imminente di Lukaku al Chelsea (per 115 milioni) Eder è tornato quindi a puntare il dito contro la famiglia Zhang, evidenziando come il triste scenario ipotizzato a fine maggio sia oggi diventato realtà e sia andato anche oltre le sue aspettative dato che i soldi intascati dalla proprietà cinese non sono 100 milioni ma quasi 200 milioni di euro. Un duro affondo contro la gestione del club campione d'Italia da parte del Gruppo Suning condito dall'ormai solito sarcasmo dell'ex "dipendente" con il dente avvelenato.

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