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“È un sistema malato”: i PM dell’inchiesta sulla Juve passeranno gli atti alla giustizia sportiva

L’inchiesta penale sulle plusvalenze messe a bilancio dalla Juventus è di fatto conclusa ed i magistrati torinesi sono pronti a passare tutto il materiale raccolto alla Procura federale: il fronte sportivo potrebbe allargarsi.
A cura di Paolo Fiorenza
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L'inchiesta penale sulle plusvalenze messe a bilancio dalla Juventus negli ultimi tre anni – che vede indagati Agnelli, Paratici e Nedved – è praticamente chiusa e ben presto potrebbe investire come uno tsunami anche il fronte sportivo della vicenda, aggiungendo nuovi elementi a quanto già a disposizione della Procura federale dopo la segnalazione della Covisoc. La relazione di quest'ultima dava conto di trasferimenti ‘sospetti' avvenuti in Serie A tra il 2019 e il 2021, ma adesso la giustizia sportiva potrebbe mettere le mani su tutto l'abbondante materiale probatorio raccolto nei mesi scorsi dalla Procura del tribunale di Torino.

È quanto trapela dai tre PM incaricati dell'inchiesta nel capoluogo piemontese – Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l'aggiunto Marco Gianoglio – che sono pronti ad inviare alla Procura della FIGC tutti gli atti della loro indagine, quando non saranno più coperti dal segreto istruttorio. Una richiesta in tal senso già sarebbe stata fatta dall'organo di giustizia sportiva ai colleghi torinesi, allo scopo di poter avere tra le mani i verbali degli interrogatori secretati, le intercettazioni ed il restante materiale. I tempi come detto dovrebbero essere brevi, visto che l'inchiesta è di fatto conclusa.

I magistrati hanno fatto capire che la percezione della vicenda dal punto di vista sportivo potrebbe cambiare non poco, alla luce di quanto hanno raccolto per l'indagine penale, in particolare le intercettazioni. Quella che esce dal Palazzo di Giustizia di Torino è l'immagine di "un sistema malato" nel suo insieme: è dunque tutta la Serie A che deve tremare e non solo la Juventus. Oggi intanto è stato sentito dai PM l'AD bianconero Maurizio Arrivabene come persona informata dei fatti, per chiarire il senso di alcune intercettazioni, dopo che sabato scorso il DS Federico Cherubini era stato torchiato per ben 10 ore. Il dirigente bianconero aveva risposto che le operazioni in questione erano assolutamente legali, come peraltro sostenuto dalla Juventus anche in un comunicato.

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