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È morto Carlo Mazzone, calcio italiano in lutto: lanciò Totti, detiene il record di panchine in A

Il calcio italiano piange la morte di Carlo Mazzone. Aveva 86 anni. Calcio italiano in lutto per la scomparsa di “Sor Carletto”.
A cura di Vito Lamorte
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Il calcio italiano piange la morte di Carlo Mazzone. L'allenatore romano è scomparso all'età di 86 anni. Era conosciuto come "Sor Carletto" o "Sor Magara" ed era uno dei tecnici più amati dai tifosi delle squadre che ha allenato e da tutti gli appassionati di calcio per la sua schiettezza e per il suo modo di comunicare.

Detiene il record di panchine in Serie A con 792 panchine ufficiali e venne insignito della "Panchina d'oro alla carriera" nel 2002.

Nel 2019 gli è stata intitolata la nuova tribuna Est dello stadio Del Duca di Ascoli Piceno, dove viveva da anni e dove aveva giocato dal 1960-1969 collezionando 219 presenze, e nello stesso anno è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.

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Mazzone era un grande tifoso della Roma e quando l'ha allenata, dal 1993 al 1996, aveva creato un legame davvero incredibile tra la squadra e i suoi supporter: indimenticabile per tutti i fan giallorossi il derby vinto per 3-0, quando corse sotto la Curva Sud in seguito al trionfo perché la sua squadra era stata descritta come vittima sacrificale predestinata di fronte ai più quotati biancocelesti di Zeman.

Lanciò Francesco Totti definitivamente in prima squadra ma cercò sempre di proteggerlo dai media e lo gestì come se fosse suo figlio: storica la scena in cui irrompe in sala stampa e lo toglie letteralmente dalle mani dei giornalisti con poche parole "A regazzi’ vatte a fa’ la doccia".

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Dalla scoperta di Totti alla seconda vita di Roberto Baggio in quel di Brescia. Mazzone rivitalizzò il talento del Divin Codino e fece vivere alla città lombarda gli anni più entusiasmanti della sua storia calcistica in Serie A. Del periodo bresciano memorabile e indimenticata la polemica con la curva dei tifosi dell'Atalanta, dove il tecnico festeggiò il gol del 3-3 dopo che questi ultimi lo avevano insultato per tutta la partita.

Da non dimenticare la sua esperienza a Lecce, dove centro la centrò la promozione in Serie A e due salvezze consecutive; e a Bologna, quando con Giuseppe Signori portò gli emiliani alla vittoria dell'Intertoto e arrivò fino alle semifinali di Coppa UEFA e di Coppa Italia.

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Di lui conservano grandi ricordi anche Pep Guardiola, che è stato suo calciatore al Brescia e lo invitò alla prima finale di Champions League che giocò col Barcellona a Roma; e Andrea Pirlo, che sempre nel capoluogo lombardo sbocciò come regista e diventò uno dei migliori centrocampisti della storia del calcio.

Era praticamente impossibile non stimarlo, perché oltre all'affetto e alla simpatia, Mazzone è stato un grande allenatore. Ciao Mister, buon viaggio.

Non avemo vinto niente, però ammazza le risate che se semo fatti.

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