È morto a 71 anni il giornalista Enzo D’Orsi: è stato l’ideatore della Supercoppa Italiana
È morto all'età di 71 anni Enzo D’Orsi, giornalista che diede l'idea per la nascita della Supercoppa Italiana. Per ventuno anni è stato uno della firme di punta del Corriere dello Sport, come capo della redazione torinese e inviato: ha raccontato quattro Mondiali, cinque Europei e migliaia di partite di tutte le competizioni, dai dilettanti alla Champions League. Oltre al Corsport ha lavorato anche a Paese Sera e Leggo, oltre al settimanale Rigore. Qualche collaborazione all'estero in particolare con i giornali francesi L'Equipe e France Football.
Ha pubblicato tre libri negli ultimi anni tutti sulla Juventus, squadra che ha seguito da vicino per tanti anni: "Gli undici giorni del Trap" nel 2018, "Non era champagne" nel 2019 e "Michel et Zibi" nel 2020.
Ebbe l'intuizione di suggerire al presidente della Sampdoria, Paolo Mantovani, di far nascere la Supercoppa Italiana, ma lui non se n’è mai fatto vanto e a Fanpage.it raccontò così quell'episodio: "Io non ho inventato assolutamente nulla, perché si inventa quello che non c’è. Io ho solo posto il quesito, in un’occasione di una cena dove erano presenti alcuni dirigenti del calcio italiano, perché dappertutto facevano la Supercoppa come gara di inizio di stagione e da noi non c'era. Sarebbe stato un modo simpatico per ripartire dai vincitori degli ultimi due trofei, la coppa nazionale e il campionato. Tutto qui".
Grande amante del calcio inglese, simpatizza per il Manchester United dai tempi di Bobby Charlton. Aveva una grande conoscenza del calcio internazionale ed è sempre stato convinto che il più grande calciatore di ogni epoca è stato Alfredo Di Stefano, non Maradona e nemmeno Pelé. A casa aveva una collezione di 350 maglie originali, molte delle quali risalenti agli anni '80.
Aveva una grande passione per il suo e la trasmetteva ai suoi collaboratori e interlocutori con le sue argomentazioni sempre precise e di pregevole esposizione.
Enzo D'Orsi era sposato con Maria Paola, lascia tre figli (Jacopo, giornalista de La Stampa, Ludovico e Niccolò) e cinque nipoti.