È morta Suor Paola, tifosissima della Lazio e volto noto di “Quelli che il calcio”

È morta Suor Paola, tifosissima della Lazio e volto noto di "Quelli che il calcio": si è spenta a 77 anni. Lutto nel mondo del calcio e della tv. Ad annunciare la morte è stato Guido De Angelis alla serata dedicata a ‘Long John' Chinaglia.
Suor Paola era nota al pubblico calcistico e televisivo grazie a "Quelli che il calcio"ma ha dedicato la propria vita all'assistenza di detenuti e vittime della violenza, l'impegno sociale si è sviluppato attraverso l'associazione So.spe (Solidarietà e speranza).

È morta Suor Paola, tifosissima della Lazio: aveva 77 anni
Rita D'Auria, per tutti Suor Paola, per la vocazione avuta il 25 gennaio, giorno della conversione di San Paolo sulla via di Damasco se ne va all'età di 77 anni. Originaria di Roccella Jonica, provincia di Reggio Calabria, ma trasferitasi a Roma dai vent'anni d'età è stata una figura iconica, non solo per i colori biancocelesti, ma anche per tutte quelle comunità che da sempre hanno avuto e sentito il suo appoggio.
Appartenente alla congregazione delle Suore Scolastiche francescane di Cristo Re, la religiosa ha legato da sempre il suo nome alla Lazio, di cui era tifosissima, e da qualche mese lottava con la consueta determinazione contro un male incurabile. Durante il ventennio della presidenza di Claudio Lotito, a cui è sempre stata molto vicina, ha organizzato numerosi eventi di beneficenza.

Sempre in prima linea nel sociale per aiutare i più bisognosi, Suor Paola per decenni ha servito alle mense per non abbienti, occupandosi di svariate case-famiglia per donne, adolescenti e anziani. È stata anche allenatrice di calcio per i bambini e ha curato in prima persona una fervente attività di volontariato presso il carcere di Regina Coeli di Roma.
Suor Paola e il tifo della Lazio: "L’ho sempre considerata la squadra povera di questa città"
Suor Paola D’Auria, in un’intervista a Famiglia Cristiana, ha raccontato del motivo per cui era tifosa della Lazio: "L’ho sempre considerata la squadra povera di questa città. Quando bussai alle porte di Roma e Lazio per chiedere un aiuto ai ragazzi che allenavo, alla Roma trovai porte chiuse, invece alla Lazio trovai braccia aperte e mi diedero anche il permesso di usare il loro campo di allenamento”.