Dybala si prende l’Argentina con la 10 di Messi: segna contro il Cile con il numero più pesante
La sua paura più grande era quella di scomparire dalle rotazioni dell'Argentina di Lionel Scaloni e di non poter indossare la maglia alla quale tiene di più. Ma Paulo Dybala non soltanto è rimasto fermo al suo posto, ma ha avuto il grande onore di scendere in campo portando la 10 sulle spalle come Maradona, Messi e tanti altri campioni passati prima di lui: per la Joya è stato un sogno a occhi aperti e la Dybala mask fatta con quel numero così pesante ha un sapore dolcissimo.
Nella partita contro il Cile è stato lasciato in panchina, ma gli sono bastati i dieci minuti finali per lasciare una firma che per lui diventerà un ricordo prezioso. Pur entrando dalla panchina è riuscito a segnare il 3-0 finale su assist di Garnacho, uno dei giovanissimi che fino a pochi anni fa lo guardava incantato alla tv. Corsa a braccia larghe come Messi (forse un omaggio proprio a lui) e poi via con l'esultanza che lo contraddistingue dall'inizio della sua carriera: Dybala è tornato, dopo le voci di una tormentata estate che lo vedeva già in Arabia Saudita, lontano dai riflettori europei e probabilmente anche dalla sua nazionale.
Dybala in campo con l'Argentina con la 10 di Messi
Tutte le voci sono alle spalle e per adesso a parlare è il campo. Se l'inizio della stagione è stato tormentato dal possibile addio alla Roma, adesso per Dybala c'è soltanto la voglia di far bene e di essere leader, non sono con i giallorossi ma anche con la sua Argentina. Contro il Cile Messi è rimasto a casa per un infortunio ed è stato la Joya a prendere il suo posto: Scaloni gli ha concesso l'onore di vestire la 10 per una questione gerarchica e lui ha onorato la scelta entrando in campo a dieci minuti dalla fine della partita e segnando il gol del 3-0.
È stata un'emozione incredibile, un momento che fino a oggi poteva soltanto sognare. Anche se non è partito come titolare Dybala ha potuto trascinare l'Argentina sconfiggendo una delle sue più grandi paure, quella di restare escluso per una scelta di carriera che lo avrebbe portato troppo lontano. Dopo la partita ha ammesso di aver rifiutato la corte (e i soldi) dell'Arabia Saudita anche per poter avere occasioni con la sua nazionale: "Uno dei motivi per cui non sono andato in Arabia è per poter far parte della nazionale argentina. Mi sento giovane e sto bene fisicamente, voglio continuare a lottare per esserci".