Dybala rischia un mese di squalifica, dubbi sul risarcimento dalla Juve: spunta la carta Ronaldo-bis
Paulo Dybala nella giornata di martedì è stato ascoltato dalla Guardia di Finanza di Torino per l‘inchiesta Prisma sui conti della Juventus. Gli uomini delle Fiamme Gialle lo hanno interrogato per un'ora e mezza perché, in base a quanto riporta l'edizione romana de La Repubblica, il sospetto degli agenti è che il calciatore argentino abbia ricevuto 3 milioni di euro di risarcimento non attraverso i moduli federali ma con una seconda ‘carta' simile a quella famosa di Cristiano Ronaldo, di cui si sta parlando da mesi.
Le domande a cui sarebbe stato sottoposto l'attuale attaccante della Roma, che è stato accompagnato all’incontro dai legali del club, riguardavano il suo ultimo periodo alla Juve e una somma che gli uomini delle Fiamme Gialle vogliono capire se sia stata o meno pagata dai bianconeri alla Joya e, soprattuto, a quale titolo.
Tutto sarebbe partito dalla richiesta di risarcimento avanzata dall’avvocato del giocatore argentino alla Juventus a maggio, in seguito all’interruzione delle trattative per il rinnovo e l'imminente separazione: dai bianconeri è arrivata una proposta di risarcimento pari a 3 milioni che la Juventus ha inserito nel bilancio come fondo rischi.
Questa cifra, però, ha fatto insospettire i pm perché vicina ai 3,783 milioni di euro che il club e il giocatore si erano impegnati a spalmare nel 2021 sulla stagione successiva: parte della seconda ‘manovra stipendi', quella i cui accordi sono stati presi singolarmente e non con tutto il gruppo squadra.
Questi accordi erano finiti nel mirino degli inquirenti perché sarebbero stati trascritti su ‘side letter', ovvero le famose carte private, e non sui moduli federali: ieri gli inquirenti hanno ascoltato Dybala per capire se dietro quel fondo rischio accantonato dai bianconeri ci sia una ‘Carta Ronaldo bis’.
Questa vicenda, in attesa di conoscere gli sviluppi, è molto delicata per il club ma soprattutto per i calciatori: gli atleti coinvolti in questo tipo di accordi rischiano la squalifica di durata non inferiore a un mese in base all’articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva, che vieta non solo alle società ma anche ai tesserati di incassare compensi in violazione delle leggi federali.