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Dybala piange a dirotto, dietro le lacrime di addio alla Juve c’è un’amara verità

Paulo Dybala non ce l’ha fatta a trattenere l’emozione e, dopo essere stato celebrato dai compagni, s’è sciolto in un pianto liberatorio dinanzi all’ovazione dei tifosi della Juventus. Joya inconsolabile, il suo volto è il lato oscuro della serata di addio anche a Chiellini.
A cura di Maurizio De Santis
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Non c'è più Joya. Sul volto di Dybala c'è tutta la disperazione per la consapevolezza che il suo tempo alla Juventus è scaduto.
Non c'è più Joya. Sul volto di Dybala c'è tutta la disperazione per la consapevolezza che il suo tempo alla Juventus è scaduto.

Non c'è più Joya allo Stadium. Paulo Dybala singhiozza e piange a dirotto. Allegri lo ha tolto dal campo e gli ha concesso la standing ovation. Ma il magone è stato troppo forte per l'argentino. Togliere la maglia bianconera e riporla nel cassetto gli fa malissimo. Mai avrebbe pensato che l'effetto sarebbe stato questo, così doloroso. Le lacrime gli rigano quel viso da ragazzino ed entrano nel corredo accessorio di un serata nella quale la tristezza dell'argentino fa da contraltare al sorriso del capitano, Giorgio Chiellini.

Anche il difensore lascia la Juventus ma a differenza del compagno di squadra era pronto a farlo. Era preparato. Aveva capito che il suo ciclo e il suo tempo a Torino era finito. E s'è goduto, con un pizzico di emozione, tutta la serata: i cori, le bandiere, gli striscioni, la coreografia e la standing ovation che al 17° minuto (17, come gli anni trascorsi in bianconero).

Paulo Dybala non ce l'ha fatta a trattenere le lacrime, ha salutato piangendo lo Stadium che lo salutava nel giorno della sua ultima partita dinanzi ai tifosi bianconeri.
Paulo Dybala non ce l'ha fatta a trattenere le lacrime, ha salutato piangendo lo Stadium che lo salutava nel giorno della sua ultima partita dinanzi ai tifosi bianconeri.

Dybala invece no. La separazione è quasi un lutto da elaborare, dietro quel "crollo umano" ci sono un groviglio di sentimenti e un'amara verità: dalla Juve non sarebbe andato via, ma la Juve aveva programmi diversi rispetto alle sue ambizioni e con l'arrivo di Vlahovic a gennaio aveva già lasciato intendere quali sarebbero state le scelte. Il tormentone sul rinnovo del contratto, che da possibile è divenuto un sacrificio necessario, lo ha accompagnato per tutta la stagione.

Non sa ancora cosa farà con certezza e in quale squadre giocherà. Le offerte non gli mancano, sul tavolo ne sono arrivate dall'Italia (l'Inter anzitutto, la Roma) e dall'estero ma in questo momento sente solo la testa che gli esplode e un caos dentro.

Il pianto a dirotto di Dybala, Bonucci prova a consolarlo al termine della partita di campionato contro la Lazio.
Il pianto a dirotto di Dybala, Bonucci prova a consolarlo al termine della partita di campionato contro la Lazio.

Spiazzato. Inconsolabile. Dybala davvero non se l'aspettava che le strade si sarebbero separate così: via a parametro zero senza alcuna possibilità di raggiungere un'intesa. "Pensavo di restare per anni", la frase emblematica scritta nel post alla vigilia della sfida contro la Lazio. Parole che spiegano bene qual è stato lo stato d'animo che lo ha irretito in queste settimane, ore. "Il destino ci mette su strade diverse", ha aggiunto il sudamericano.

Dybala a capo chino e in lacrime, la sua avventura alla Juventus è finita davvero.
Dybala a capo chino e in lacrime, la sua avventura alla Juventus è finita davvero.

Il destino citato dalla Joya ha le fattezze di Arrivabene che a marzo aveva sentenziato come "non fosse più al centro del progetto". Fu come mandare in onda i titoli di coda in anticipo. Questione di parametri che in autunno erano diversi e che presenze, lunghezza dell'accordo e altre di carattere economico hanno finito col pesare di più sulla bilancia delle scelte. "Con voi sono cresciuto, ho imparato, ho vissuto e ho sognato", il commiato di Dybala, lasciato andare perché "un'offerta al ribasso non sarebbe stata rispettosa". È finita davvero. Uno strappo fortissimo.

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