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Dybala diventa un ‘bambinone piangione’ per Di Canio: “Non posso avere un capitano così”

Paolo Di Canio ha speso parole tutt’altro che tenere per Paulo Dybala, sottolineando quelli che a suo dire sono i suoi limiti caratteriali e fisici alla Juventus.
A cura di Marco Beltrami
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Giornate intense per Paulo Dybala alla Juventus. L'argentino alle prese con il discorso relativo al rinnovo del contratto, che potrebbe essere arrivato alla definitiva svolta, ha conquistato la scena per motivi diversi. Se sabato ha fatto discutere per lo scambio di vedute con Allegri, con il rifiuto del mister sulla richiesta di qualche ora libera in più, domenica si è preso la vetrina tornando a timbrare il cartellino del gol contro la Salernitana.

Una rete che ha impreziosito una prestazione importante, e che mancava dal 15 gennaio. In quell'occasione l'ex Palermo segnò contro l'Udinese lasciandosi andare poi ad un'esultanza polemica nei confronti della dirigenza, per il tira e molla relativo al prolungamento del contratto. Dopo quella uscita, 4 match senza reti e poi l'ennesimo infortunio, vera e propria piaga per Dybala in questa stagione. Un problema che ha influito sul contributo dell'argentino alla causa bianconera, facendogli saltare 9 partite, con Allegri costretto poi in diverse occasioni ad usarlo col contagocce per permettergli un recupero completo.

Una situazione che non è sfuggita agli addetti ai lavori, e ai commentatori TV come Paolo Di Canio. L'ex Lazio, opinionista Sky, ha sottolineato come questi infortuni incidano in maniera pesante sulle valutazioni sul peso specifico di Dybala. Problemi fisici, ma anche problemi di tenuta caratteriale, a giudizio di Di Canio, che proprio come accaduto in passato per Lukaku e per Rabiot (definiti rispettivamente "panterone moscione" e "giraffone moscione") non ha utilizzato il fioretto per dire la sua sulla Joya, preferendo la sciabola.

Intervenuto in occasione della trasmissione Sky Calcio Club, Di Canio ha parlato di quello che a suo dire è il principale problema di Paulo Dybala, ovvero la fragilità fisica ed emotiva, che è un limite, che incide dunque nella sua visione sulla prospettiva di farne il leader della Juventus: "Da osservatore, e dunque non da dirigente della Juventus, per va bene se gli fanno pure il rinnovo di 5 anni a 20 milioni, a me non frega niente e mi godo le giocate. Da dirigente invece devo valutare tutto e non posso avere un capitano e numero 10 che mi deve trascinare e a 29 anni salta 15 partite da 3-4 anni a questa parte. Può diventare leader ma è fragile emotivamente. Lo definisco un "bambinone piangione".

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