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Dwamena morto in campo dopo aver tolto il defibrillatore: gli avevano detto di smettere col calcio

La morte in campo di Raphael Dwamena, avvenuta durante una partita di Serie A del campionato albanese, nasconde un retroscena inquietante: l’attaccante ghanese aveva deciso, contro ogni parere medico, di giocare senza il defibrillatore. Soffriva di problemi cardiaci da anni, nessuno lo ha mai fermato.
A cura di Alessio Pediglieri
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Raphael Dwamena è morto nel weekend in campo, a soli 28 anni durante la sfida tra Egnatia e Partizani valida per il campionato albanese. Un problema cardiaco che ha reso inutile sia i primi immediati soccorsi sia la disperata corsa in ospedale e che è risultato fatale perché  il giocatore aveva deciso, contro ogni parere medico, non solo di continuare a giocare ma di farlo senza defibrillatore.

Un retroscena sconvolgente che apre il buco nero di dubbi, perplessità e polemiche sulla possibilità di far giocare un calciatore che presentava da tempo chiarissimi e inequivocabili problemi cardiaci che avrebbero obbligato a negargli l'idoneità e a scendere in campo. Invece, l'attaccante ghanese era regolarmente in campo nel campionato albanese dove, durante la partita con i suoi compagni dell'Egnatia è stramazzato in campo. I soccorsi sono stati immediati, l'ambulanza è arrivata in meno di due minuti ma tutto è stato reso vano dall'assenza del defibrillatore che doveva essere inserito vicino al cuore e che Dwamena  aveva deciso di toglierselo.

"Se dopo gli ultimi controlli tutto sarà a posto, tornerò regolarmente a giocare". Queste le parole di una delle ultime dichiarazioni rilasciate sull'argomento dallo stesso 28enne che infatti, in estate era tornato a calcare i campi con la maglia dell'Egnatia, di cui era diventato anche titolare, fino alla tragedia di sabato pomeriggio. Una presenza importante per la squadra albanese di cui era anche goleador nonché capocannoniere del campionato con 9 reti all'attivo. Reti che lo avevano fatto anche conoscere all'Italia, visto che in una delle amichevoli estive aveva incrociato anche l'Inter di Inzaghi, siglando la rete d'apertura del match. Era il 13 agosto, e la gara finì 4-2 per i nerazzurri con i gol di Barella, Stabile e Lautaro (doppietta) e di Dwamena e Medeiros per la formazione albanese.

Il malore mortale, purtroppo, non è arrivato senza preavviso perché già da tempo Dwamena soffriva di cuore e si era sottoposto a diversi controlli, tra cui l'inserimento del defibrillatore, dopo altrettanti malesseri accusati in campo. Risalenti già nella stagione 2018 quando era entrato nel mirino del Brighton che poi decise di non ingaggiarlo proprio dopo aver scoperto con le visite mediche il problema cardiaco: motivo per cui saltò la firma dopo aver concluso il trasferimento dallo Zurigo. Da quel momento, in molti hanno consigliato l'abbandono dell'attività professionistica, invitando lui stesso e il proprio procuratore di porre fine all'inutile sfida al destino.

Invece, Dwamena ha continuato a giocare trovando squadre e campionati che lo hanno sempre ospitato senza curarsi più di tanto delle sue reali condizioni e dei rischi reali di salute che correva. Nel 2021 si era fatto impiantare un defibrillatore per poter continuare ma dopo poco se lo era fatto togliere considerandolo parte dei suoi problemi che si erano ripresentati puntualmente lo scorso anno. Ma è stata proprio questa ultima decisione a essergli fatale sabato scorso: se lo avesse avuto, forse oggi sarebbe ancora vivo.

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