Dumfries si scusa per lo striscione contro Theo della festa scudetto: “Un errore di valutazione”
Smaltita la gioia della festa Scudetto l'Inter ritorna con i piedi per terra. E anche i giocatori più discussi degli ultimi giorni fanno i conti con la realtà: durante la parata a bordo del pullman scoperto per le strade della città Denzel Dumfries aveva sollevato uno striscione con la caricatura di Theo Hernandez tenuto al guinzaglio, un'immagine che lo ha buttato al centro della polemica e di un'indagine della Procura federale. Dopo le prime ore calde il difensore nerazzurro ha affidato ai social un post di ringraziamento, in cui si scusa per il suo atteggiamento.
Un passo indietro importante che ha come intento quello di calmare la tempesta che si è scatenata contro di lui negli ultimi due giorni. Su Instagram il giocatore ha pubblicato le foto della grande festa per la seconda stella, rivolgendo un pensiero ai tifosi e al percorso compiuto dalla sua squadra in questa stagione. Ma poi il suo discorso si è spostato sullo striscione incriminato, senza girare troppo intorno alla faccenda che lo ha visto protagonista durante i festeggiamenti.
Dumfries è stato diretto e ha fatto qualche passo indietro rispetto al suo atteggiamento goliardico, prendendosi le sue responsabilità: "Durante la parata ho esposto uno striscione con un'immagine inappropriata. Sono un giocatore che ama la rivalità nel calcio, è una parte fondamentale di ogni partita. Mi rendo conto che tenere lo striscione è stato un errore di valutazione da parte mia e non è stato affatto intelligente. Passiamo a concentrarci su quella che è stata la stagione più bella dell'Inter. Vi ringrazio ancora una volta per il vostro sostegno in questa stagione e per i festeggiamenti di ieri, che non dimenticherò mai".
Lo striscione è stato raccolto durante il tragitto del pullman, preso dalle mani di alcuni tifosi che lo avevano esposto al suo passaggio. La situazione avrà ripercussioni su Dumfries: con molta probabilità il giocatore verrà multato per aver infranto l'articolo 4 del codice di Giustizia Sportiva, ossia quello che obbliga i tesserati a "correttezza, lealtà e probità", come successo anche ad alcuni giocatori del Milan che nel 2022 avevano esposto stendardi contro l'Inter.