Doveri che insegue Vlahovic è l’immagine del calcio italiano che sul razzismo sbaglia tutto
Ci risiamo. Pochi giorni dopo il caso Lukaku in Juventus-Inter di Coppa Italia, l'incubo del razzismo fa nuovamente capolino negli stadi italiani. Questa volta ad essere oggetto di cori discriminatori ("Sei uno zingaro") è stato Dusan Vlahovic, in Atalanta-Juventus. Il serbo che già due anni fa ai tempi della Fiorentina era stato vittima di una situazione simile, ha risposto con il gol e con un'esultanza rabbiosa.
E anche in questo caso si è ripetuto lo stesso copione di quanto accaduto con il centravanti belga all'Allianz Stadium, con il terminale offensivo della Juventus punito dall'arbitro Doveri con l'ammonizione. Un cartellino giallo che ha fatto discutere, così come l'atteggiamento del direttore di gara.
Subito dopo aver segnato il 2-0 che ha chiuso i conti in Atalanta-Juventus, Vlahovic si è scatenato. Doveri lo ha letteralmente pedinato in campo. Un gesto che è stato letto come una sorta di pretesto per l'ammonizione ma che in realtà è stato frainteso. In realtà Doveri ha seguito Vlahovic proprio per cercare di evitare gesti che potessero ulteriormente infiammare la situazione già calda in quel di Bergamo. L'esperto di tematiche arbitrali di DAZN, ed ex arbitro Luca Marelli in merito all'episodio ha spiegato: "L’opera di prevenzione di Doveri nel trattenere Vlahovic per l’esultanza è da sottolineare. È stato davvero bravo".
Alla fine però è arrivata anche l'ammonizione, che sarà giustificata solo dal referto. Bisognerà aspettare questo per capire i motivi reali che hanno spinto l'arbitro al provvedimento disciplinare e cosa ha visto o sentito. Il fatto è che il cartellino per un calciatore che esulta in risposta ai cori di discriminazione dei tifosi avversari, a pochi giorni dal caso Lukaku fa discutere e non poco. Se in quella occasione era intervenuta in via del tutto speciale la FIGC per graziare il belga, ora bisognerà capire cosa succederà, anche come suddetto sulla base del referto.
La stampa serba in particolare si è stupita del giallo sventolato a Vlahovic. Il problema è che questa situazione diventa inevitabilmente lo specchio di un sistema che non riesce a porre un limite o gestire in modo appropriato il problema dei cori razzisti, con il riproporsi di una situazione identica a distanza di pochi giorni. C'è qualcosa che non va, e che bisognerà risolvere in fretta, anche in termini di regolamento per evitare fraintendimenti e debellare questa piaga che nulla a che fare con lo sport.