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Mondiali in Qatar 2022

Dov’era e cosa ha fatto Cristiano Ronaldo mentre Messi trionfava ai Mondiali

CR7 resta in silenzio, non c’è più paragone di sorta che regga: la legittimazione sul campo dell’ex Barça (oggi al Paris Saint-Germain, gioiello più prezioso nella collezione dell’emiro) è come il cazzotto che nell’ultima ripresa sposta ai punti il verdetto. Il braccio alzato non è il suo ma quello di Messi. E fa più male. “The Goat” è l’argentino.
A cura di Maurizio De Santis
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La vittoria dei Mondiali dell'Argentina di Lionel Messi è l'ennesimo boccone amaro ingoiato da Cristiano Ronaldo.
La vittoria dei Mondiali dell'Argentina di Lionel Messi è l'ennesimo boccone amaro ingoiato da Cristiano Ronaldo.
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Lionel Messi. Maradona. La notte di Lusail consegna alla storia il messia che in terra realizza la volontà di D10s. Il calcio, che è un religione pagana, ha celebrato domenica sera la vittoria dei Mondiali dell'Argentina. Victor Hugo Morales pronuncia la sua omelia ai microfoni della radio argentina: il cantore del "barrilete cosmico" regala un segno di pace rendendo omaggio alla Pulce che "dice addio con la Coppa tra le mani". È un cerchio (mistico) che si chiude e si sublima nell'invocazione all'ex Pibe che Lio fa pochi istanti prima che Montiel batta il penalty.

Messi ha vinto tutto quello che poteva, a livello di club e in nazionale (Olimpiadi comprese). La sua bacheca è impressionante, gli mancava solo la Coppa iridata. Il premio più ambito per un calciatore che, dopo sette Palloni d'Oro, cercava la massima consacrazione nei sogni di un campione: portare sul tetto del mondo la selezione del proprio Paese. Come Diego.

Non c'è più dubbio adesso su chi sia "la capra", "the goat", la parola che in inglese è l'acronimo del più grande di tutti i tempi. Lo scintillio del Qatar, l'abito della tradizione e del potere indossato sotto gli occhi dello sceicco Al-Thani e del presidente Infantino, incoronano il ‘dieci' sudamericano e relegano in un cono d'ombra Cristiano Ronaldo, tornato a casa masticando lacrime e polemiche.

Lionel Messi esulta, il rigore di Montiel ha regalato la Coppa del Mondo all'Argentina.
Lionel Messi esulta, il rigore di Montiel ha regalato la Coppa del Mondo all'Argentina.

Messi, il rivale di una vita, è sugli allori e attira a sé la gloria del football mentre CR7 si riscopre terribilmente (per lui) umano, fragile e in lacrime, è scomparso, annullato, ignorato, menzionato solo nel corredo accessorio dei Mondiali per aver fallito l'unica impresa a cui mirava. Voleva urlare in faccia al mondo intero che lui non era finito come calciatore top. Che lì, in Qatar, avrebbe consumato la personale vendetta contro il Manchester United (e ten Hag) col quale aveva rotto tutti i ponti. Che se proprio doveva uscire di scena, lo avrebbe fatto da protagonista assoluto.

Cercava un successo iconico, gli è rimasto un pugno di mosche in mano. Diceva "io sono leggenda" l'uomo che ha una community globale sconfinata, è stato relegato in panchina e lasciato ai margini. Si riteneva titolare inamovibile, in bocca gli è rimasto il sapore amaro dell'esclusione. Aveva immaginato un'uscita di scena epica, l'ultimo fotogramma è un gesto di stizza nei confronti di un tifoso che s'era avvicinato a lui, distrutto, nel momento peggiore e della sconfitta dolorosa prima di essere inghiottito in lacrime nel tunnel dell'oblio.

Il 'dieci' della Seleccion fa festa assieme ai compagni di nazionale dopo la premiazione ai Mondiali.
Il ‘dieci' della Seleccion fa festa assieme ai compagni di nazionale dopo la premiazione ai Mondiali.

Non c'è più paragone di sorta che regga: la legittimazione sul campo dell'ex Barça (oggi al Paris Saint-Germain, gioiello più prezioso nella collezione dell'emiro) è come il cazzotto che nell'ultima ripresa sposta ai punti il verdetto. Il braccio alzato non è il suo ma quello di Messi. E fa più male.

"Vincere un mondiale con il Portogallo era il sogno più grande e ambizioso della mia carriera – scrisse CR7 nel post condiviso sui social dopo il ko con il Marocco -. È stato bello finché è durato. Mettere il nome del nostro paese sul livello più alto del mondo era il mio sogno più grande. Ho lottato per questo. Ho lottato duramente per questo sogno. Ho lasciato tutto sul campo. Non ho mai smesso di lottare. Voglio solo che tutti sappiano che molto è stato detto, molto è stato scritto, si è anche molto speculato, ma la mia dedizione al Portogallo non è cambiata nemmeno per un istante. Non avrei mai voltato le spalle ai miei compagni e al mio paese".

Adesso c'è solo silenzio ma fa rumore ugualmente. Di Ronaldo si sa nulla rispetto al suo futuro, se abbia visto o meno la finale di Coppa del Mondo. È a Madrid assieme alla sua famiglia: ha chiesto e ottenuto dal presidente, Florentino Perez, la possibilità di allenarsi utilizzando le strutture del club. Ma, eccezion fatta per una storia nella quale si mostra orgoglioso in palestra e al lavoro, non c'è altro che abbia espresso.

Il suo ultimo post su Instagram risale alla scorsa settimana così come quello su Facebook. Il suo ultimo tweet risale a 10 giorni fa. Non c'è altro, nemmeno una parola rivolta all'ex ct, Fernando Santos, l'amico che lo aveva tradito (per usare le parole della compagna, Georgina) e dopo i Mondiali ha rassegnato le dimissioni.

La storia di Katia Aveiro, sorella di CR7, condivisa sui social: si complimenta con l'Argentina e Mbappé, dimentica Messi.
La storia di Katia Aveiro, sorella di CR7, condivisa sui social: si complimenta con l'Argentina e Mbappé, dimentica Messi.

L'unico sussulto che arriva dalla sua cerchia lo ha regalato la sorella, Katia Aveiro, che ha definito l'evento organizzato in Qatar come l'edizione dei Mondiali "peggiore di tutti i tempi" anche se è stato caratterizzato "da una grande finale". Ha fatto i complimenti alla Seleccion ("Che partita, congratulazioni all'Argentina") ma senza menzionare Messi ed elogiando Mbappé ("Surreale questo ragazzo. Che brillante futuro ti aspetta. Incredibile"). Sic transit gloria mundi.

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