Dopo la Juventus, il Cagliari: giocatori chiamano il club per tagliarsi una mensilità
Dopo il gesto dei giocatori della Juventus che hanno deciso, concordato con il club bianconero, la sospensione di 4 mensilità di stipendio per un totale di circa 90 milioni di euro, è il turno di un'altro club di Serie A, il Cagliari. A comunicarlo è stato lo stesso presidente Tommaso Giulini che ha confermato la decisione da parte dei suoi giocatori anche di fronte all'allarme economico che potrebbe esplodere nei prossimi mesi come una bomba.
La società sarda, così come tutti gli altri club, sta soffrendo la mancanza di introiti. Da inizio marzo il calcio è fermo, non si gioca e non si sa quando si riprenderà. Mancano entrate economiche derivanti dal botteghino, dai contratti stipulati con televisioni e sponsor che stanno ‘congelando' i rapporti per capire come gestire la situazione. Un ‘danno' che il numero uno del Cagliari ha stimato di almeno 4 milioni di euro, linfa vitale per le piccole medie realtà calcistiche.
La telefonata dei giocatori
Tommaso Giulini ha confidato ai microfoni di ‘Videolina', emittente sarda, di essere stato raggiunto dalle telefonate dei suoi giocatori che gli hanno comunicato la decisione di fare un passo in avanti in aiuto del proprio club, rinunciando ad una mensilità sugli stipendi: "Mi hanno chiamato personalmente diversi giocatori e tesserati chiedendomi in che modo poter dare una mano concreta al club capendo il momento difficile soprattutto da un punto di vista economico"
E' stato un gesto spontaneo e importante. Ha reso il senso di responsabilità e di appartenenza da parte di chi gioca e vive nel Cagliari
4 milioni di danni
La situazione, ammette Giulini non è delle più semplici. Il Cagliari, in attesa di sapere cosa accadrà e cosa decideranno i vertici calcistici – che si devono riunire venerdì per stabilire nuove linee guida – inizia a fare i conti con la crisi. "Al momento si sta valutando la perdita generale" insiste il presidente dei sardi "e una stima vicina ai 4 milioni di danni non è poi così irreale. Senza contare gli eventuali diritti tv: se dovessero venire meno queste entrate, una sola mensilità non basterebbe a rientrare. Ma stiamo valutando la situazione, con serenità e senza allarmismi".