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Onana squalificato 12 mesi per doping per aver assunto un farmaco della moglie

Andre Onana, portiere dell’Ajax, è stato squalificato per 12 mesi dall’Uefa per un caso di doping. Il calciatore ha ingerito per sbaglio un farmaco (Lasimac) prescritto alla moglie. La Federazione ha creduto alla buona fede del calciatore ma non gli ha fatto sconti: “Un atleta ha il dovere in ogni momento di garantire che nessuna sostanza vietata entri nel corpo”.
A cura di Maurizio De Santis
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André Onana, 24enne portiere dell'Ajax, è stato squalificato per 12 mesi dall'Uefa per un caso di doping. Una situazione grottesca alla luce dei particolari della vicenda che da un lato scagionano da qualsiasi intenzione dolosa il calciatore del Camerun, dall'altro confermano la gravità dell'episodio. Il provvedimento che la Federazione ha preso nei suoi confronti trova spiegazione nella versione dei fatti spiegata dalla società olandese sul proprio sito ufficiale: l'estremo difensore dei ‘lancieri' avrebbe assunto per errore il Lasimac, un medicinale prescritto alla moglie. Il club di Amsterdam, certo della buona fede del proprio tesserato, ha deciso di presentare ricorso al Cas (Corte di Arbitrato per lo Sport) per provare a cancellare (o almeno a ridurre) la sanzione.

La mattina del 30 ottobre, Onana non si sentiva bene – si legge nella nota pubblicata sul sito dell'Ajax -. Voleva prendere una pillola per alleviare il disagio. Inconsapevolmente, tuttavia, ha ingerito una pastiglia di Lasimac, un farmaco precedentemente prescritto per sua moglie.

Un errore che si è rivelato fatale e dal quale è scaturita la punizione molto severa della Uefa una volta valutato il riscontro delle analisi effettuate sul calciatore. In buona sostanza la Commissione della Federazione ha sì inteso che Onana non avesse alcuna intenzione di assumere quella pillola per alterare le proprie prestazioni ma non gli ha fatto sconti, come si apprende a margine del comunicato dell'Ajax che aveva sperato in una sanzione meno dura come una sospensione condizionale oppure un periodo di stop inferiore ai 12 mesi.

La Federazione europea ritiene, sulla base delle norme antidoping applicabili, che un atleta abbia il dovere in ogni momento di garantire che nessuna sostanza vietata entri nel corpo.

Non è un buon momento per i ‘lancieri' che nei giorni scorsi era balzati in cima alle cronache per un altro errore, questa volta commesso dalla dirigenza: ovvero, il mancato inserimento nella Lista Uefa di Haller. Una grave mancanza fatta per sbaglio.

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