Donnarumma, miglior Under 21 2018-19: “Ringrazierò per sempre mister Mihajlovic”

Oramai è un veterano del nostro calcio e piano piano si sta ritagliando anche spazio sulla scena internazionale. Oggi con la maglia azzurra della Nazionale, domani con quella del Milan o di chi proverà a strapparlo al Diavolo rossonero. Gigio Donnarumma è una realtà splendida del nostro calcio giovanile: ha solo 20 anni ma alle spalle una carriera già intensa, iniziata nel 2015 con il debutto in Serie A e con 180 partite sulle spalle. Non è un caso se è ancora tra i più apprezzati portieri italiani e insignito di premi ed elogi.
Nell'ultima occasione di ricevere uno dei riconoscimenti oramai tradizionali, con il ‘Golden Boy 2019‘ come miglior italiano Under 21, Donnarumma non ha dimenticato di ringraziare tutti coloro che hanno creduto in lui, nelle sue qualità, nella sua voglia di emergere, nel suo desiderio di prendersi un giorno un posto fisso tra i grandi di sempre. E soprattutto non ha dimenticato Sinisa Mihajlovic, l'allenatore che in rossonero ebbe la sfrontatezza di inserire tra i pali un ragazzino di 16 anni.
Il premio e l'abbraccio virtuale a Mihajlovic
Sono 4 anni che oramai gioco in Serie A e anche in Nazionale, dall'Under alla prima squadra. Tutti all'inizio dicevano che ero un fenomeno, ma io pensavo solo a lavorare. Poi un giorno, Sinisa Mihajlovic, che devo ringraziare per tutta la vita, ha deciso di farmi giocare e debuttare in campionato. Ora voglio fare un grande in bocca al lupo al mister
Una sincera spinta d'affetto, unita all'emozione di ricordare non soltanto l'allenatore che più di ogni altro credette in lui ma anche nel soffermarsi sul delicatissimo momento che proprio Mihajlovic sta trascorrendo, lottando contro la leucemia che ne ha condizionato la vita privata prima e quella professionale poi.
Donnarumma e la Nazionale: dal fallimento Mondiale all'Europeo
Donnarumma oggi non solo è il titolare tra i pali del Milan, è anche il numero 1 della Nazionale di Roberto Mancini, lui che ha vissuto in prima persona lo scotto dei Mondiali di Russia, dove l'Italia non si è presentata. Era in panchina, ma la delusione e il fallimento, hanno lasciato il segno anche sul giovanissimo portiere. Un'esperienza che lo ha formato alle difficoltà da superare e da cui imparare: "Io ero solamente in panchina. ma è stato un anno tremendo per tutti Adesso siamo ripartiti, tutti giovani e siamo un bel gruppo: c’è la parte più dura fra poco, l'Europeo e cercheremo di arrivare in fondo nel migliore modo possibile".