Donnarumma contestato a San Siro, Calabria: “Ha fatto una scelta, fischiarlo è stato ingiusto”
I fischi a Gianluigi Donnarumma contro la Spagna hanno fatto rumore quanto la sconfitta dell'Italia contro la Spagna. Che l'accoglienza di San Siro nei confronti dell'ex portiere del Milan non sarebbe stata rose e fiori era noto. Lo stesso striscione apparso alla vigilia della gara di Nations League non è stata una novità: ce n'era stato un altro dove addirittura il calciatore veniva invitato a non farsi vedere in giro per la città. Insulti, minacce e una bordata di sibili: gli ex tifosi rossoneri non hanno mai perdonato il giocatore.
Nemmeno la maglia della Nazionale e l'importanza della sfida con un avversario di rango (le Furie Rosse, battute ed eliminate agli Europei ai rigori grazie anche a"Gigio") sono bastati a sancire la tregua. Una situazione che ha spinto il suo agente, Mino Raiola, a intervenire direttamente per fare da scudo agli attacchi ricevuti dal suo assistito e, più ancora, per rimproverare l'atteggiamento dell'ex club – il Milan – che non ha preso alcuna posizione pubblica nei confronti del giocatore. Il fronte si è spaccato: da un lato chi ha ritenuto quello spettacolo sonoro biasimevole, dall'altro c'è stato anche chi ha difeso il diritto del popolo rossonero – quello genuino, attaccato alla maglia e a ciò che ha sempre rappresentato, non le frange più becere – di manifestare il proprio dissenso, sintomo di amore tradito. La terza via sono gli applausi di una parte della folla per sostenerlo.
Davide Calabria, ex compagno di squadra nel ‘diavolo' e adesso insieme a lui in Azzurro, si schiera dalla parte di Donnarumma. Il difensore non ci sarà contro il Belgio: ha lasciato il ritiro della Nazionale per infortunio ma prima di abbandonare il centro sportivo ha rivolto un abbraccio al calciatore, all'uomo, all'amico, al collega con il quale "è cresciuto insieme" nel Milan.
Mi è dispiaciuto per lui – ha ammesso Calabria nell'intervista alla Rai -. Lui ha fatto le sue scelte, altri hanno fatto le loro, poi ognuno deve prendersi le sue responsabilità. Non avrei fatto una contestazione di questo genere soprattutto perché per noi, quando indossiamo la maglia della Nazionale, è importante fare una bella partita e non è mai bello che un proprio compagno venga fischiato così.