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Donnarumma aveva già deciso di lasciare il Milan: in lacrime a Bergamo

A Bergamo Donnarumma è scoppiato a piangere al triplice fischio del match vinto contro l’Atalanta e valso il ritorno in Champions del Milan. Il portiere, al centro del tormentone sul rinnovo del contratto, lascerà a parametro zero il club rossonero. Impossibile trovare un accordo considerate le richieste economiche dell’agente, Raiola. A San Siro hanno già trovato il sostituto.
A cura di Maurizio De Santis
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Donnarumma lascerà il Milan e andrà altrove. Forse alla Juventus, che da tempo pensa a lui per avere al posto di Buffon un altro portiere da dividere tra campionato e Nazionale. O alla corte di chi, per ambizioni sportive e offerta economica, può mettere sul piatto condizioni molto ricche e vantaggiose per entrambi. Già, per entrambi… considerate le commissioni da 12 milioni che il suo agente ha imposto tra le condizioni per il rinnovo del patto col ‘diavolo'.

Otto milioni netti a stagione (7 + 1 in bonus) e una clausola rescissoria da 20 milioni in caso di mancata qualificazione in Champions non sono bastati per dirsi sì. Secondo il procuratore ne sarebbero serviti almeno 10/12 per accomodarsi al tavolo della discussione. La società ha detto no a richieste inaccettabili salutando lui, Gigio e il fratello Antonio che porterà con sé a Torino (forse) all'insegna del ‘tengo famiglia, assumete anche lui' tra le clausole per stringersi la mano e mettere nero su bianco.

A San Siro intanto è arrivato un altro giovanotto: Maignan, reduce dalla vittoria del titolo in Ligue 1 con il Lille, che in Francia/ in Europa s'è già ritagliato un posto d'eccezione e costerà molto di meno. Tredici milioni (più eventuali bonus) andranno nelle casse del club transalpino, 2.8 netti a stagione determineranno lo stipendio del calciatore che il Milan iscriverà a bilancio beneficiando degli sgravi fiscali previsti nel Decreto Crescita.

A Bergamo Donnarumma è scoppiato a piangere al triplice fischio del match vinto contro l'Atalanta e valso il ritorno in Champions per il club che vi mancava da tanto, troppo tempo. Il contratto in scadenza, le trattative bloccate e un accordo mai raggiunto erano un segnale abbastanza chiaro, il resto – compreso il folklore dei tifosi e le parole dolci sussurrate dal calciatore – faceva parte dell'ammuina (confusione) che spesso accompagna situazioni del genere.

Il finale della storia era già scritto nel copione redatto da Mino Raiola. Legittimo che un calciatore possa decidere di cambiare aria, maglia, squadra, compagni, nomi/cose/fiori/città ma baci alla maglia, continui messaggi d'amore e lacrime in campo mal si conciliano con il vil denaro. E quando tra ragione e sentimento si mettono i soldi è davvero difficile credere alla spontaneità di certi gesti. A pensar male si fa peccato ma quasi sempre s'indovina e in questo caso il ‘diavolo' ha la faccia del suo procuratore: a lui il compito di fare la voce grossa, il muso duro del ‘poliziotto cattivo', a Gigio il ruolo di quello ‘buono'. Due facce dello stesso doblone. Ma così è la vita. Così (anche) va il calcio oggi.

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