video suggerito
video suggerito

Dionisi racconta la sua scelta di tornare a Livorno dopo dieci anni: “L’obiettivo è la promozione in Serie C”

Federico Dionisi a Fanpage.it ha raccontato la sua scelta di tornare a Livorno dopo dieci anni e la voglia di riportarlo in Serie C: l’attaccante amaranto ha ripercorso il suo recente passato tra Frosinone, Ascoli e Ternana e si è aperto svelando alcune curiosità riguardo alla sua carriera e ai club in cui ha giocato.
A cura di Vito Lamorte
54 CONDIVISIONI
Immagine

Certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano. Si dice così, no? Spesso questa frase viene utilizzata a sproposito ma per Federico Dionisi calza a pennello. L'attaccante classe 1987 ha deciso di tornare a Livorno dopo dieci anni, per aiutare il club toscano ad uscire dalle sabbie mobili della Serie D e tornare tra i professionisti. potrà contare su un vero fuoriclasse per la categoria.

Dopo aver concluso l'esperienza con la Ternana, Dionisi è tornato a calcare l'erba dello stadio Armando Picchi, dove aveva giocato dal 2010 al 2013 e aveva conquistato anche una storica promozione in Serie A. Dopo l'approdo nella massima serie le strade di Dionisi e del Livorno si divisero, con le parentesi esaltanti di Frosinone ed Ascoli per il calciatore nato a Rieti, ma ora è il momento di scrivere una pagina della storia amaranto.

A Fanpage.it Federico Dionisi ha raccontato la sua scelta di tornare a Livorno dopo dieci anni, il suo recente passato tra Frosinone, Ascoli e Ternana più alcune curiosità riguardo alla sua carriera e ai club in cui ha giocato.

Come mai ha scelto di tornare a Livorno?
"Dopo la stagione a Terni, chiusasi in maniera molto amara, avevo bisogno di qualche stimolo che mi portasse a sentirmi vivo al di là della categoria. Ho preferito cercare qualcosa che mi facesse vivere delle sensazioni forti e intense come Livorno. C’erano diverse offerte sul tavolo ma nessuna ha avuto la stessa forza su di me. La passione di questa piazza è incredibile e sono tornato anche per questo".

16 partite condite da 8 gol e un assist: in base ai numeri direi che gli stimoli ci sono…
"Sì sì, sta andando bene. La squadra è buona, il mister è bravo e c’è sana competizione. Stiamo facendo bene e si vede dall’intensità di ogni allenamento che facciamo la caratura di questa squadra".

L’obiettivo suo e del Livorno in questa stagione è quello di tornare tra i professionisti?
"Assolutamente sì. Non ci nascondiamo, siamo il Livorno ed è giusto che sia così. Vogliamo tornare in Serie C e ci assumiamo tutte le responsabilità, perché quando parti da favorito ci sono pressioni ma noi dobbiamo essere bravi e umili a lavorare come stiamo facendo fino alla fine per riportare questo club dove merita".

Immagine

Nella sua prima esperienza a Livorno il presidente era Aldo Spinelli: di che personaggio parliamo…
"Un personaggio simpatico ma molto particolare. Era sempre molto vicina alla squadra e aveva una grande passione. Per dirne una, era molto attento ai colori e quando vedeva scarpini molto colorati non era molto entusiasta. Giallo era il suo colore, se erano così andava bene: non a caso faceva fare la seconda maglia della squadra di quel colore. Il portiere, ad esempio, non doveva usare maglie molto sgargianti ma abbastanza neutre. Era molto attento a queste cose. Magari può sembrare curioso ma lui ci teneva".

Cosa vuol dire per Dionisi essere al settimo posto della classifica dei migliori marcatori della Serie B con 118 gol davanti a gente come Tavano, Caputo, Protti e Hubner?
"Da una parte è motivo di orgoglio perché è un bel riconoscimento ma da un’altra penso sempre che avrei potuto segnare qualche gol in più, magari anche in Serie A. Non è un rimpianto, perché non sono mai stato uno che ha fatto tantissimi gol però è un dato che certifica un buon lavoro. Non sono mai stato un vero bomber ma ho sempre cercato di mettere avanti alla squadra e questa statistica mi inorgoglisce".

Immagine

La Serie A l’ha toccata in diverse occasioni ma quella col Frosinone è stata l’esperienza più coinvolgente: che rapporto ha con la piazza ciociara?
"Io ho dato tanto al Frosinone e il Frosinone ha dato tanto a me. È una delle tre piazze che mi hanno dato di più e che mi ha fatto crescere. Lì ho raggiunto il massimo, vincendo il campionato due volte più l’anno di Serie A. A Frosinone ho dato di più e il meglio, avrà sempre un posto nel mio cuore".

Ha sempre avuto un legame importante con le piazze in cui ha giocato: ci racconta il suo passaggio ad Ascoli?
“Quando vado via da Frosinone, dove ci eravamo trascinati fino a gennaio senza trovare vere soluzioni, avevo diverse offerte ma dopo aver parlato con il direttore Polito ho deciso di accettare Ascoli. Poi si tratta di un club che ho visto come riferimento, insieme alla Ternana, perché vicino casa. Avevo sentito parlare bene di Sottil, con cui ho avuto un bel rapporto, e ho deciso di accettare. Ci siamo salvati il primo anno e il secondo abbiamo fatto i play-off dopo tanti anni".

Immagine

La stessa situazione di Dionisi probabilmente l’ha vissuta anche Daniel Ciofani, con cui ha formato una coppia d’attacco storica per il Frosinone: il vostro feeling era solo questione di campo o anche extra?
"Sì, è vero. Anche per lui fu lo stesso. Daniel lo conosco dai tempi del Celano, in C2, e avevamo già un bel rapporto all’epoca. C’era quell’intesa innata, ci confrontiamo e vediamo il calcio allo stesso modo. Abbiamo sempre avuto un bel feeling e questo si ripercuoteva anche in campo. È stato il compagno di reparto con cui mi sono trovato meglio, nonostante io abbia giocato con gente del calibro di Tavano e Paulinho a con lui era qualcosa di diverso”.

Ci svela cosa vuol dire la sua esultanza storica?
"Deriva dalla prima esperienza a Celano.  C’era un dirigente che era proprietario di una stazione di rifornimento e come premio mi metteva la benzina gratis ad ogni gol. Quell’anno feci 15-16 gol e ho fatto diversi pieni (ride). Poi l’ho cambiata per aver qualcosa di diverso, perché si era chiusa una parentesi. Adesso sono tornato a quella perché a Livorno i bambini me l’hanno chiesta fin dal primo giorno e l’ho ripresa”.

Immagine

La parentesi con la Ternana si è conclusa con la retrocessione in C: lei si presentò ai microfoni dopo la sconfitta chiedendo scusa ai tifosi.
"Ad un certo punto l’avevamo rimessa in piedi e ci abbiamo provato fino alla fine ma non è finita come speravo. La retrocessione con la Ternana è stato l’unico grande dispiacere della mia carriera perché quando ero piccolo io andavo allo stadio a vedere le partite. Sono andato a parlare dopo la sconfitta del play-out perché mi sentivo di chiedere scusa e prendermi le responsabilità: alla mia età mi è sembrata la cosa più giusta da fare".

Immagine

Dionisi ha giocato anche all’estero, all’Olhanense in Portogallo: che esperienza è stata?
"Ho giocato lì un anno, la stagione successiva alla promozione qui a Livorno. Il presidente fece altre scelte e decisi di accettare questa offerta. Mi sono divertito, perché in Portogallo è un calcio diverso e ha influito sul mio modo di giocare. Ho fatto gol al Porto, ho giocato contro il Benfica nel giorno della loro vittoria del titolo. È stata una bella esperienza".

Ci racconterebbe il progetto per rilanciare il calcio a Rieti di cui fa parte?
"Da qualche anno abbiamo fatto una società che cura dalla scuola calcio all’U17. Si tratta di una società prettamente giovanile e abbiamo una nostra struttura dove si allenano i ragazzi. Dopo anni siam riusciti ad ottenere qualche risultato perché ad oggi abbiamo una categoria Èlite e la speranza di prenderne qualche altra. I risultati sono positivi, i ragazzi crescono e ce ne sono diversi interessanti".

54 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views