Dino Zoff a Marco Tardelli: “Sono ancora lucido, nonostante l’età. Ma tu chi sei?”

Se immaginate Dino Zoff come un attempato signore dai toni seriosi, magari sulla scia dei ricordi di quando il taciturno friulano diventava una leggenda del calcio italiano vincendo tutto con la Juventus e la nazionale azzurra, beh, avete decisamente sbagliato. L'83enne ex portiere accoglie così il vecchio sodale Marco Tardelli per una rimpatriata allo stadio Olimpico, dove i due girano alcune scene per un docufilm sulla vita di Zoff: "Sono ancora lucido, nonostante l'età: ma tu chi sei?". E i due se la ridono complici, come se il tempo fosse tornato indietro di decenni.
Cosa fa Dino Zoff oggi: "Sono un pensionato di 83 anni, nuoto 20-30 vasche…"
Nel docufilm – cui ha partecipato tra gli altri anche Francesco De Gregori – Zoff si racconterà, soprattutto per i più giovani che non lo hanno mai visto in campo a cavallo degli anni '70 e '80 (e poi in panchina per una ventina d'anni). Intanto Dino spiega cosa fa oggi: "Sono un pensionato di 83 anni, un uomo di sport a cui piace fare sport. Vado all'Aniene a muovermi un po', poi nuoto 20-30 vasche. Mio nipote Pietro, che ha 15 anni, mi ha dato una lezione sui 50 stile: ma non sa che l'ho fatto vincere… Sono diventato un nuotatore? Lo sono sempre stato. Ho imparato in fiumi pericolosi, come il Natisone, proprio dove sono morti quei tre poveri ragazzi l'anno scorso…".
Nella chiacchierata con ‘Repubblica', il portiere di Mariano del Friuli torna a quando era un bambino ed è cominciata la favola che lo avrebbe portato ad essere uno degli sportivi italiani più famosi al mondo: "Ero un po' lo scemo del villaggio, in porta i grandi mi facevano buttare sempre anche se avevo i calzoni nuovi, poi hanno cominciato a considerarmi bravino. La mia generazione non poteva pensare di fare nella vita il portiere, chi arrivava alla Serie C era un eroe: ci si divertiva, si faceva Tarzan sugli alberi, e si giocava a pallone anche cinque ore al pomeriggio".

Quanto al calcio di oggi, Zoff censura l'atteggiamento di molti calciatori: "È un calcio vero anche adesso, il problema è che prevale il vittimismo. Ti tocco e vai per terra. Credo che sia necessario essere atleti, non si può rotolare per terra così facilmente. Il vittimismo arriva anche nelle scuole, oggi se un bambino prende 5 è colpa del maestro. Prima non c'erano tante scuse".
Zoff contro la costruzione dal portiere: "Deve prima di tutto parare bene con le mani"
Oggi va di moda la costruzione dal basso, col portiere che tocca spesso più palloni coi piedi di quasi tutti i compagni di squadra, Zoff eccepisce: "Non sono contro le innovazioni, ma queste non devono diventare la priorità. Un portiere deve parare bene con le mani, se sa usare i piedi tanto meglio. Ma è possibile che di piede ormai tocchi più palloni del centravanti? Siamo fatti così in Italia, una buona cosa ripetuta all'esasperazione diventa negativa. Per il VAR ho litigato, doveva essere utile per episodi importanti, ormai interviene su tutto: grandi pene per stupidaggini. Ma tanto ormai io sono vecchio…".