Dietro il ritiro di Tevez c’è un grande dolore: “Ero morto dentro, ho passato un brutto periodo”
![Carlitos Tevez ha comunicato ufficialmente il ritiro dal calcio giocato dopo essere rimasto un anno fermo. La sua decisione è motivata da un grande dolore personale.](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2022/06/tevez-addio-al-calcio-si-ritira-1-1200x675.jpg)
Carlitos Tevez ha giocato la sua ultima partita il 31 maggio di un anno fa. Da allora, svincolatosi dal Boca Juniors, ha ricevuto offerte dall'America per continuare a giocare ma ha detto sempre no. E quando gli chiedono se abbia intenzione di calzare di nuovo le scarpette e indossare i panni dell'apache dà una risposta molto netta: "Adesso sono in pensione". A 38 anni, dopo aver vinto in Premier League, in Serie A e in Champions, considera finita la carriera di giocatore ma non ha intenzione di abbandonare il mondo del calcio. Continuerà a starci dentro, è passione e ragione di vita. Ma in un'altra veste: da allenatore.
Questione di fuoco sacro che s'è spento e di una sofferenza intima molto dolorosa. Dietro la scelta dell'attaccante di ritirarsi c'è una vicenda umana struggente. Ne parla con Alejandro Fantino di America e spiega qual è il tormento interiore che ancora lo assale perché certe cose non puoi dimenticarle, faranno parte di te sempre. Suo padre, don Secondo, è morto a 58 anni a febbraio 2021, era "il suo tifoso numero uno". Senza di lui giocare al calcio non è stata più la stessa cosa. Quel lutto gli ha lasciato un vuoto incolmabile e, più ancora, gli ha prosciugato l'anima. Che senso ha continuare senza di lui? Perché andare avanti e trascinarsi per qualche anno quando ormai sai che è finita e niente sarà come prima? Carlitos in cuor suo sapeva già la risposta. E ha fatto la cosa giusta per sé.
![Carlitos Tevez con la fascia di capitano del Boca Juniors dedicata al padre morto un anno fa.](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2022/06/tevez-addio-al-calcio-si-ritira.jpg)
"Mio padre non ha mai smesso di lavorare – dice Tevez con gli occhi lucidi -. Faceva il muratore, si alzava ogni mattina alle 6 e tornava a casa alle 7 di sera. Mi è sempre stato vicino, mi diceva di allenarmi sodo, di sacrificarmi, di non fare tardi. E quando non riuscivo ad alzarmi perché mi ero ritirato a notte fonda dopo essere andato a ballare mi tirava giù dal letto".
![Tevez accanto al padre, don Secondo. L'attaccante argentino non giocherà più, nel futuro ha intenzione di fare l'allenatore.](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2022/06/tevez-padre-morto-ritiro-calcio.jpg)
L'ultimo anno da calciatore è stato il più difficile di tutti. Era come trovarsi in un incubo, di quelli che addosso ti lasciano ansia e tolgono il fiato. Poi un giorno Tevez ha aperto gli occhi. "Mi sono svegliato e ho detto: ora basta, non gioco più. Il giorno del mio ultimo compleanno ho spiegato alla mia famiglia perché mi ero fermato. A tutti dissi: Ho smesso di giocare perché ho perso il mio tifoso numero uno". La sua vita è cambiata radicalmente: quel calciatore che si alzava presto per andare agli allenamenti non c'è più. "Non ho più la forza per farlo – ha aggiunto -. Mangio empanadas e bevo vino… quello che voglio. Ora ho tre o quattro chili in più. Mi alzo un po' tardi. Non riesco a immaginare di tornare ad allenarmi e correre. Ma voglio restare nel calcio da allenatore".