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Dietro al dramma di Beka Beka, l’ombra della depressione: il Nizza lo stava seguendo da tempo

Fortunatamente il tentativo di suicidio di Alexis Beka Beka si è risolto in un nulla di fatto. Ma la notizia scioccante ha scosso nel profondo il mondo del calcio e dello sport in generale su un malessere che appare sempre più diffuso: la sindrome depressiva. Che colpirebbe fino al 38% dei calciatori in attività.
A cura di Alessio Pediglieri
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Una tragedia solamente sfiorata, con Alexis Beka Beka giovanissimo giocatore del Nizza che nella giornata di venerdì 29 settembre ha tentato il suicidio da un viadotto tratto in salvo dopo diverse ore di trattativa. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco e agli agenti, anche lo psicologo del club che conosceva da tempo la delicata condizione del ragazzo, sull'orlo della depressione.

Il Nizza sapeva ma non poteva immaginare che il baratro di fronte a Beka Beka fosse diventato improvvisamente tanto enorme da apparire insuperabile se non con un estremo gesto. E quando poco dopo le 14:00 di venerdì 29 settembre si è diffusa la notizia di un giocatore che su un viadotto stava tentando il suicidio, subito il nome di Alexis è apparso nelle menti della società francese.

Così, in contemporanea alle forze dell'ordine e ai vigili del fuoco è giunto sul posto anche lo psicologo del club che conosceva già il giocatore, avendolo seguito nei giorni precedenti per una fragilità emotiva che era stata notata.

Il fotogramma che ritrae Alexis Beka Beka sul bordo del cavalcavia prima dell'intervento dei vigili del fuoco
Il fotogramma che ritrae Alexis Beka Beka sul bordo del cavalcavia prima dell'intervento dei vigili del fuoco

Nessuna delusione d'amore, nessun dolore di cuore per il 22enne centrocampista del Nizza, ma una progressiva sindrome depressiva che, come riportano diverse fonti francesi, non era sfuggita allo staff medico del Nizza. Il disagio di Beka Beka – rivela Footmercato – non era sfuggito alla società, né a chi lo circondava e così da diverse settimane l'ex giocatore del Caen stava ricevendo un sostegno psicologico, soprattutto per alleviare il carico sulla sua personalità, molto fragile.

Ma la sua terribile difficoltà interiore non era stata percepita fino in fondo, nessuno si aspettava un gesto del genere. Nella giornata di venerdì si era speculato anche su voci di una presunta rottura amorosa, ma non è così: Beka Beka soffre di depressione come accade sempre più spesso a molti atleti professionisti che, il più delle volte, non osano però parlarne.

Un male oscuro che in alcune indagini recenti, condotte dalla FIFpro – il sindacato mondiale dei giocatori – sta lentamente dilagando all'interno del calcio, stimando in un preoccupante 38% la presenza di sintomi di depressione e ansia nel corso della carriera.

Fortunatamente per Alexis beka Beka tutto si è concluso con la messa in salvo del giocatore, dopo una lunghissima e disperata trattativa: "Innanzitutto siamo sollevati che tutto sia finito bene oggi per Alexis. Si è preso cura di se stesso" ha dichiarato Jean-Pierre Rivère, presidente del Nizza, a nome del club rossonero. "Continueremo a rispettare la riservatezza medica e chiediamo a tutti di fare lo stesso e di rispettare la sua privacy. Siamo a suo sostegno così come a quello di tutto il club".

Proprio per la delicatezza della situazione e per la notizia shock, la società francese ha deciso anche di operarsi in modo diretto verso i propri giocatori aprendo uno sportello di sostegno psicologico a tutti i tesserati che volessero parlare di quanto accaduto.

È stato un giorno terribile per tutto il calcio e per il Nizza in particolare, quando si è sparsa la notizia venerdì 29 settembre secondo cui, Alexis Beka Beka ha tentato di togliersi la vita. Giunto sul cavalcavia che porta al campo di allenamento, attorno alle 10.30, il centrocampista del Nizza ha improvvisamente fermato il proprio veicolo sulla corsia di emergenza in mezzo al viadotto Magnan, a circa 10 chilometri dalla sede del club.

Quindi è sceso dalla macchina, ha scavalcato le barriere di sicurezza con la cupa intenzione di lanciarsi nel vuoto sottostante per una caduta di oltre 100 metri. Molto rapidamente, i servizi di emergenza sono stati allertati dagli altri automobilisti che hanno assistito alla scena e sono arrivati ​​sul posto per avviare un dialogo che, dopo un paio d'ore di trattativa, si è concluso a lieto fine.

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