Di Marzio e la storia (mancata) di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi alla Juventus
Cristiano Ronaldo e Lionel Messi in Serie A. Sliding doors: chissà cosa sarebbe accaduto se i due più forti calciatori al mondo fossero arrivati in Italia, nel periodo in cui il campionato e i club nazionali avevano ancora abbastanza forza e appeal per accogliere diamanti grezzi e trasformali in gemme preziose, brillanti. La morte di Gianni Di Marzio, talent scout e uomo di calcio, è come un soffio di fiato che toglie un po' di polvere da qualche vecchia agenda, aprire un baule e viaggiare nel tempo guardando foto, leggendo vecchi appunti.
L'ex allenatore, dirigente, consigliere e osservatore di mercato ne aveva i cassetti pieni: note segnate in fretta, riflessioni semplici e sintetiche perché la classe non è dote che puoi racchiudere tra le righe, la classe è qualcosa che trovi davanti a te e non riesci a definire. Non trovi le parole giuste perché non ve ne sono abbastanza per intercettarne le sfumature. Puoi solo ammirarla in silenzio.
Il resto è storia. E il destino, che intreccia i fili della storia alla sua maniera, ha voluto che CR7 e la Pulce andassero altrove pur essendo stati davvero molto vicini all'Italia. A un passo, come si dice in gergo, ma senza mai arrivare a prendersi per mano. Fu così anche per Diego Armando Maradona, amico stretto di Di Marzio, che giunse a Napoli qualche anno più tardi rispetto a quando – alla fine degli Anni Settanta – l'ex dirigente sussurrò all'orecchio del presidente, Corrado Ferlaino, che c'era un ragazzo sudamericano da prendere assolutamente. Faceva cosa "non da uomo normale". Era una forza della natura. Il calcio, però, era diverso allora: le frontiere erano chiuse, vigeva l'autarchia.
Davvero il campione portoghese avrebbe potuto indossare la maglia della Juventus quasi vent'anni prima? Sì. E fu proprio Di Marzio a raccontarlo nelle diverse interviste in cui ha raccontato aneddoti, il più classico dietro le quinte, sulle trattative. All'età di 17 anni sia l'ex Real Madrid sia l'ex Barça vennero addirittura segnalati al club bianconero proprio da Di Marzio ma le cose andarono diversamente. "Cristiano costava solo due milioni – ha sempre ammesso Di Marzio -, convinsi anche sua madre, Dolores, perché lasciasse il Portogallo e si trasferisse in Italia. Perché non se ne fece nulla? Per colpa di Salas non firmò. Il papà di Leo, invece, voleva la serie A ma la grande gratitudine della famiglia per il Barcellona fu determinante".
L'opportunità mancata di vedere CR7 a Torino quando era ancora una "piccola stella" trovò riscontro anche nelle parole di Luciano Moggi che, poche settimane dopo l'acquisto di Ronaldo da parte della Juve, svelò cosa accadde in quel 2003 quando sembrò davvero a un passo dalla ‘vecchia signora'. "Lo avremmo preso dallo Sporting Lisbona per 5 miliardi più il cartellino di Salas, al quale sarebbe andato anche un miliardo di buonuscita. Ma il cileno preferì andare al River Plate e fu il Manchester United a prendere Ronaldo".