Di Lorenzo prende parola dopo Spalletti davanti al Napoli e dice solo due frasi: “Da capitano”
Ragionare di squadra, che è stata la forza del Napoli finora al di là della qualità e del talento dei singoli. Azzerare tutto e mettersi in testa, ché da qui al termine della stagione è come se fosse iniziato un altro campionato. Badare alla sostanza per prendersi i punti e scappare verso lo scudetto. Quanti ne occorrono? Il traguardo non è lontano. "Ne mancano ancora 15, dobbiamo fare 5 vittorie…", dice Luciano Spalletti sorridendo sornione in conferenza stampa alla vigilia dell'anticipo di campionato a Lecce.
La squadra di Baroni è reduce da cinque sconfitte consecutive, è scivolata ai margini della zona retrocessione e il ko a Empoli (una diretta concorrente per la salvezza) è stato pesante. Gli azzurri hanno un brutto ricorso dei salentini: all'andata vennero bloccati in casa sul pareggio.
Ma non è l'unico ricordo doloroso che ronza in testa al tecnico, quello più fresco è una ferita ancora aperta: le quattro sberle prese sul muso dal Milan sono una lezione chiara: puoi essere bravo quanto vuoi ma se in campo con ci vai con la testa e l'animo giusti allora sei battuto in partenza. La lezione impartita dai campioni d'Italia vale come monito, esempio tangibile, per il futuro prossimo.
Pragmatismo, concentrazione, spirito di sacrificio collettivo: da Lecce inizia una nuova stagione per il Napoli perché non è finita a dispetto del vantaggio, dell'aria che tira in città, delle difficoltà in cui inciampi se non ragioni (più) da squadra; perché se ti lasci prendere dal nervosismo (come accaduto a Kvararskhelia contro il ‘diavolo') rischi l'imbarcata.
Si deve pensare al compagno, la soluzione a tutto è correre per il compagno – ha aggiunto Spalletti -, dare situazioni più pulite agli altri, prendersi beghe per risolvere quelle degli altri, ragionando così diventa tutto più facile.
Altro concetto essenziale: non è finita, nulla si è ancora vinto. E poi all'orizzonte c'è la Champions che qualche energia rosicchia. Osimhen non sarà al Via del Mare: lui vorrebbe, ha anche la nuova mascherina personalizzata, ma Spalletti e lo staff gli hanno detto a chiare lettere che non può e non deve essere rischiato.
In compenso ci sono il pieno recupero di Raspadori e la profondità di una rosa che permette all'allenatore di mettere in pratica il turnover in vista dell'impegno di Coppa. "Qualcosa cambieremo", annuncia il tecnico: oltre all'ex Sassuolo, al rientro di Lozano in attacco è possibile che qualche avvicendamento ci sia anche a centrocampo (Ndombele ed Elmas al posto di Anguissa e Zielinski) e in difesa. Ma al di là di chi andrà in campo il filo conduttore è uno solo.
Alla squadra gli parlo in questa direzione e la squadra lo sa bene. Di Lorenzo ci ha messo due frasi da capitano: il lavoro va completato, la sconfitta dell'altra sera ci dice questo. Noi siamo arrivati con motivazioni diverse dalle loro… loro hanno fatto vedere di essere i campioni d'Italia, noi non abbiamo fatto vedere di essere la capolista. Non s'è vista riaggressione dopo la palla persa di Zielinski, hanno avuto campo libero, si sono perse delle linee guide fondamentali per noi.
