Di Canio mostra tutti i trucchi di Kvaratskhelia sul gol all’Atalanta: “Ha usato una mossa esca”
Movimento a esca. Non guarda quasi mai il pallone ma studia il movimento degli avversari. Ha impiegato 16 centesimi di secondo per valutare posizione dei difensori, aggiustare la postura, caricare il movimento tirare per far gol a quasi 100 km/h. Il gol di Kvicha Kvaratskhelia contro l'Atalanta viene raccontato da Paolo Di Canio durante il Club di Sky. È la descrizione di un attimo, la sensazione che possa accadere qualunque cosa quando il georgiano ha la palla incollata al piede. E non puoi farci niente.
"È un capolavoro!", dice Francesco Repice durante la radiocronaca lasciando si trascinare dall'enfasi del gesto atletico, del talento e della prodezza personale dell'azzurro. In tv Di Canio fa l'esegesi di quell'azione che scivola via in un rimpallo e un passaggio (di Osimhen), la scompone in fotogrammi, isola quelli esplicativi e tiene a precisare subito una cosa: "Chi lo paragona al mio segnato contro il Milan nel 1994, quando ero al Napoli, prende per il c**o… io stavo nel paleolitico, all'epoca le cose facevano a due all'ora".
Kvaradona no, è pensiero e azione. Sono in otto contro uno, non lo fermano. Lo ha visto anche Marco van Basten ed è rimasto senza parole, a chiedersi se fosse tutto vero che quello aveva raccontato durante la diretta della tv olandese. "In pochissimi secondi fa qualcosa di straordinario poi fa partire un sampietrino – è la sintesi della narrazione di Di Canio -. Un'azione difficile solo da immaginare". Con Beppe Bergomi che non ha alcuna remora nell'ammettere: "Di fronte a quelle finte io sarei caduto", assolvendo in parte Toloi che quasi perde l'equilibrio e non sa come disinnescarlo.
Come ha fatto Kvaratskhelia a segnare quella rete? "Non guarda mai la palla, sa tutto quello che deve fare e lo fa a una velocità incredibile – . Ha la capacità di elaborare l'azione in pochissimi secondi. Fa un movimento a esca per attirare gli avversari e andarsi a prendere una zona sull'esterno che è più libera poi vede gli avversari e allora si accentra, fa una sterzata sul destro ma con lo stesso passo sposta palla con un tocco morbido, la ritocca per crearsi lo spazio sul potenziale rientro del gambone di Toloi e si trova la zona-luce per colpire".
L'opera sta per compiersi, mancano la pennellata finale e lo sbuffo di colore dell'artista che mette la firma in calce al quadro. "Kvara rialza lo sguardo per vedere come si sta comportando Toloi e tutti gli altri che gli arrivano dietro – continua Di Canio -. Capisce che deve affrettare il tiro perché ci sono altri giocatori che corrono ad aiutare quei difensori che sono tutti scivolati da una parte. Ha un’oscillazione e una velocità di esecuzione minime. Non caricamento massimo, ma una potenza micidiale".
La chiosa dell'opinionista di Sky è una metafora per raccontare come dietro quella faccia da bravo ragazzo si nasconde un calciatore "cattivo, feroce, che ti viene a cercare fino all'ultimo centimetro come dice Spalletti. Quello che fa questo ragazzo è una nuova specie di serpente. Non aspetta che il veleno faccia il suo dovere dopo il morso, continua a morderti e ti mangia".