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Di Canio distrugge Theo e Leao: “Ma che fate? Vanno attaccati al muro”. E fa l’esempio del dopolavoro

Il rifiuto di partecipare al cooling break durante Lazio-Milan non è passato inosservato. Perché lo hanno fatto? La spiegazione dei calciatori non ha convinto l’ex giocatore che a Sky ha censurato quell’atteggiamento: “Da prendere a cazzottoni”.
A cura di Maurizio De Santis
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Paolo Di Canio ha censurato in maniera molto severa l'atteggiamento di Theo e Leao.
Paolo Di Canio ha censurato in maniera molto severa l'atteggiamento di Theo e Leao.

Paolo Di Canio ha commentato con molta durezza l'atteggiamento apatico di Theo Hernandez e Rafa Leao in occasione del cooling break durante LazioMilan giocata sabato scorso. Li ha letteralmente demoliti usando come termine di paragone quel che accadrebbe in una comunissima partita di calcetto del dopolavoro, giocata tra amici che fittano il campo per qualche ora. La vicenda è tutt'altro che chiusa, considerati il riverbero social e l'avvio di campionato stentato dei rossoneri (all'Olimpico è stato un gol del portoghese a evitare la sconfitta).

Perché Theo e Leao non hanno partecipato al cooling break in Lazio-Milan

Il rifiuto di partecipare alla "pausa ristoro" per il caldo, di riunirsi assieme agli altri compagni di squadra intorno all'allenatore, Paulo Fonseca (dopo la gara minimizzò l'accaduto), per approfittare della pausa e ricevere indicazioni ha fatto molto rumore. Al netto delle loro spiegazioni, che sono apparse debolissime ("eravamo entrati da un paio di minuti e non avevano bisogno di bere", è stata la spiegazione fornita), è sembrato un gesto di dissenso molto forte nei confronti dell'allenatore.

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Nessun caso, il Milan ha scelto una posizione di basso profilo

"Di delegittimazione" palese, è il parere espresso con biasimo e stupore dall'ex calciatore che non ha usato giri di parole per censurare quell'episodio. Lo ha fatto nel corso della trasmissione del Club di Sky, riscuotendo anche il consenso degli interlocutori che hanno ascoltato la sua reprimenda. Da ex uomo di campo e di spogliatoio non poteva sostenere una versione dei fatti differente, nonostante lo stesso Milan e il tecnico portoghese abbiano scelto una posizione di basso profilo, ribadendo la versione degli stessi calciatori, per evitare che il caso diventasse di ben altre proporzioni mediatiche.

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L'arringa di Di Canio contro Theo e Leao: "Andavano attaccati al muro"

"Adesso sento i buonisti dire che sono sono ragazzotti così… di 8 milioni! Al Milan!". Afferma con enfasi Di Canio: ai suoi tempi la questione sarebbe stata regolata senza troppe discussioni e in maniera molto ruvida. Lo ha spiegato completando il ragionamento sull'argomento dibattuto con gli altri ospiti in studio (Caressa, Bergomi, Capello, Bucciantini e Balzaretti).

"Se una cosa del genere succede al dopolavoro… anche coi miei amici che stiamo cazzeggiando e stiamo lì a giocare, se uno si mette lì con la pancia in disparte io gli dico: ao' che stai facendo ma vieni qua tra di noi. E si paga 10 euro per il campo… adesso non voglio fare populismo ma questa cosa è una vergogna".

Di Canio non può credere ai suoi occhi e, più ancora, alla sfrontatezza mostrata da Theo Hernandez e Rafa Leao. "Il capitano si mette là a parlottare, come a dire: ma vedi questo… È delegittimazione! Il mister, i compagni di squadra declassati da quell'atteggiamento ai miei tempi li avrebbero attaccati al muro e presi coi cazzottoni. Questa è una vergogna! È un modo per delegittimare".

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