Derby di Milano, i duelli chiave: Giampaolo e Conte giocano la partita a scacchi
Il derby di Milano, che è sempre una partita a sé e dunque non esclusivamente vincolata a significati di classifica, vale sempre tanto, tantissimo. Oltre ai soliti ingredienti però, come la qualità delle squadre, l’intensità del ritmo, la vena dei protagonisti in campo, servirà molta attenzione e una buona dose di tatticismi per impedire all’avversario di prendere campo e avere poi la meglio. In un clima infuocato, spettacolare che da sempre nobilita il campionato e la Serie A nel mondo. Stracittadine del genere, infatti, sono davvero poche, e non solo in Europa. E così, dal diverso approccio alla gara delle due squadre passando per i differenti sistemi di gioco, e di conseguenza dei due modi di attaccare, ecco la sfida sul filo della tattica fra Milan e Inter.
Moduli a confronto: il 3-5-2 di Conte contro la fluidità del Milan di Giampaolo
Al momento la classifica divide le due compagini di soli 3 punti: 9 per l’Inter, 6 per il Milan che ha steccato la prima a Udine contro l’Udinese. Ma sul campo, almeno per l’impressione data dalle due squadre in questo avvio di campionato, ci sono due progetti tecnici che pur avviati da poco sembrano in due fasi differenti. Più spedito e definito quello nerazzurro, più precario e in cerca di una fisionomia precisa quello rossonero. E questo diverso status è dimostrato dai due moduli attualmente in uso dalle parti dell’Inter e del Milan. Con i primi, ben certi di doversi disporre sempre, comunque vada, e pure in una Champions con poche formazioni con lo stesso sistema, col 3-5-2. Mentre i secondi, al di là delle idee iniziali di 4-3-1-2, paiono dover ancora trovare il bandolo della matassa per uomini e automatismi. Tanto da vedere modifiche sostanziali dal precampionato, tanto da assistere alla rivisitazione del sistema di gioco di Giampaolo in un albero di natale, in un 4-3-2-1. Con Suso e Castillejo, e poi Suso e Lucas Paquetá, a sostegno di Piatek. Per una maggiore fluidità in termini meramente numerici ma maggiori dubbi, e incertezze, all’interno del Diavolo ancora lontano dalla chimica giusta.
Come e dove attaccano: Milan più sbilanciato a destra, Inter con maggior possesso della sfera
Due squadre, dunque, con certezze opposte e con attacchi che riflettono le sicurezze, e le perplessità, di Inter e Milan. Con i nerazzurri a quota 7 gol e i rossoneri capaci, fra Udinese, Brescia e Verona, di trovare solo in due occasioni la rete. Insomma, a giudicare dai numeri, anche quelli in costruzione, i nerazzurri sembrano molto più in palla in fase attiva. Con 40 tiri totali a 28, con più gol a referto, con più passaggi per partita, 626 a 581 (di cui precisi, rispettivamente, nell’87 e nell’86% dei casi), con più cross prodotti, 55 a 51, con più assist vincenti, 4 a 1, e pure con una gestione degli spazi più equilibrata.
La compagine di Conte, difatti, attacca in percentuale, in maniera quasi uguale in ogni zona del rettangolo verde con le sortite di Candreva e soci che provengono, per il 34% dalla destra, per il 31% dal centro e per il 36% dalla sinistra. Mentre Suso e compagni, proprio per la qualità dei suoi interpreti di riferimento, che si situano in particolari zone del rettangolo verde, si trovano maggiormente sbilanciati proprio sulla corsia destra. Con lo spagnolo e Calabria, e con un Rodriguez più bloccato, a calamitare il 40% delle azioni totali di squadra. Ed è proprio su quella corsia, destra per il Milan, mancina per l’Inter, che si accenderanno i duelli più interessanti con Asamoah e Sensi e i predetti Suso e Conti, con Calabria squalificato, chiamati a dare vita al gioco e alle idee delle due formazioni.
L’Inter fa dell’ampiezza un’arma indispensabile, il Milan si stringe a imbuto
Se prendi Lukaku, e soprattutto Conte come tuo allenatore, sai che non potrai fare a meno di esterni di fascia di grande gamba e buona qualità. Leggi Candreva e Asamoah ma pure Lazaro e Biraghi. Per una Beneamata che sfrutta le corsie laterali come poche altri club e che alterna alle sortite centrali, preparate dall’ottimo Sensi, tanti e tanti cross dal fondo. E infatti, i nerazzurri sono una delle compagini più ampie in termini di larghezza della propria linea di centrocampo con Candreva e Asamoah quasi sempre sulle linee laterali a spingere e assecondare la propria manovra con una ampiezza media da 37 metri circa. Dodici in più rispetto al Diavolo che invece, e lo si è notato spesso in questa prima parte di stagione, prova sempre a fare breccia nella porzione centrale del campo. Generando, spesso, un effetto imbuto che non sempre favorisce Piatek che, prima della rete al Verona su rigore, ha sofferto molto questa sorta di traffico da ora di punta al centro. Con Calhanoglu da mezzala, Suso da esterno e anche Paquetá costretti, per caratteristiche, a stringere al centro sul piede forte più che allargare la manovra, e di conseguenza le difese avversarie.
Difese rocciose: di reparto il Milan, di forza ed esperienza l’Inter
E poi, ci sono due difese davvero importanti. Che fondano il proprio successo su blocchi granitici e su un sistema, globale, che preserva al meglio il proprio estremo difensore. Tanto che, i due portieri, in tre gare, in 270’ di gioco hanno compiuto, in due, solo 15 interventi così distribuiti: 8 per Handanovic, 7 per Donnarumma. Con solo Gollini e Skorupski in grado di fare meglio con due parate di media per match. Insomma, sarà una stracittadina tattica e che vedrà coinvolti due pacchetti arretrati importanti con Godin, De Vrij e Skriniar e Musacchio e Romagnoli, al momento, a rappresentare il meglio del meglio della nostra Serie A con solo due realizzazioni totali incassate.
Merito dell’esperienza e del vigore atletico dei primi e dell’alchimia ormai raggiunta dal tandem centrale dei secondi. Ma anche, secondo i dati diramati dal portale della Lega Serie A, degli altissimi baricentri delle due formazioni con, per considerare solo l’ultimo turno a referto, una linea alta a quota 58,5 metri per l’Inter e a 58,7 per il Milan. Che consente, dunque, ad entrambe le compagini di recuperare palla in avanti con i rossoneri terzi a quota 96 recuperi nell’intera Serie A e i nerazzurri noni a 86. E poi tante coperture preventive, aiuto reciproco e la fisicità di cinque centrali dal valore complessivo di 195 milioni di euro, per una media di 39 milioni a calciatore.
Gli uomini chiave nel derby: Sensi incursore, Suso luce rossonera
Al di là di quelle che poi saranno questa sera le scelte di formazione, gli uomini chiave per Inter e Milan sono piuttosto noti al grande pubblico. Complice un avvio di rilievo, difatti, sia Sensi che Suso avranno un ruolo determinante nel derby. Il primo, grazie al suo salto di qualità all’ombra della Madonnina come incursore, e non più solo regista, ma anche come elemento che regala un po’ di brio, verve e fantasia ad un centrocampo che mette insieme più passaggi di tutti in Serie A; il secondo, ereditando dalla precedenti edizioni del Diavolo, specie in un momento di transizione tattica da Gattuso a Giampaolo, le chiavi dell’attacco e dell’imprevedibilità davanti con la sua vena, al momento, determinante per il successo dei destini rossoneri.
Mentre in termini puramente atletici, ci si aspettano grandi cose da Biglia ma soprattutto da Brozovic che restano i due elementi che mettono insieme più chilometri a partita: 10.4 km per l’argentino, 12.3 Km per il croato.