Dembélé mette nei guai il Barcellona: “Da oggi è finita, dirò tutto. Basta ricatti”
Il tempo della diplomazia e delle trattative è finito in casa catalana. Il Barcellona ha deciso di rompere gli indugi, utilizzando il pugno duro nei confronti di Dembélé. Il calciatore francese escluso dai convocati per il match di Copa del Rey contro l’Athletic Bilbao, è stato messo con le spalle al muro. In sintesi o rinnova alle condizioni del club oppure dovrà andarsene subito, visto che la prospettiva di un’esclusione prolungata del giocatore fino a giugno, non è contemplata. La vicenda dunque che si protrae alla luce del contratto in scadenza a giugno del ragazzo, già dalla scorsa estate, sembra essere arrivata al punto di svolta. Dembélé dal canto suo non ha nessuna intenzione di fare passi indietro, e si è lasciato andare ad uno sfogo su Instagram, forte anche dell'Assocalciatori spagnola, che è dalla sua parte.
L'esterno offensivo ex Borussia Dortmund ha chiarito la sua posizione da tempo. Se non sarà possibile rinnovare alle sue condizioni (molto onerose per il Barcellona, in gravi difficoltà economiche), allora sarebbe disposto anche a restare fino a giugno per andarsene poi a zero. Una situazione che gli permetterebbe di incassare interamente il suo ricco stipendio, senza rinunciare dunque all'ultimo semestre di emolumenti. Inutile sottolineare che questa presa di posizione non è gradita al Barça che vuole liberarsene subito sia per un fattore economico, in modo da risparmiare appunto il pagamento dell'ingaggio e magari incassare qualcosa dal suo trasferimento. D'altronde il ds del club Alemany, così come Xavi vogliono disporre da qui a giugno di "giocatori coinvolti, e non giocatori che non vogliono essere al Barça".
Quanto accaduto nelle ultime ore, ha spinto il diretto interessato a rompere un silenzio a suo dire durato da 4 anni. Dembélé che in passato ha deciso di "non giustificarsi mai", ora dice basta ed è intenzionato a rispondere "onestamente, senza cedere a nessun tipo di ricatto". Ha sottolineato la sua professionalità, nonostante gli infortuni e il Covid, al netto di quelli che ha definito come "difetti e imperfezioni". A tal proposito, Dembélé ha chiarito: "Vieto a chiunque di dare l'impressione di non essere coinvolto nel progetto sportivo. Vieto a chiunque di attribuirmi intenzioni che non ho mai avuto. Vieto a chiunque di parlare per me o per il mio rappresentante, di cui mi fido pienamente".
Dembélé ha voluto ribadire il suo essersi comportato nel migliore dei modi possibili con tutti e di non essere assolutamente un "traditore" disinteressato alla causa blaugrana: "Sono sotto contratto e a disposizione di società e allenatore. Ho sempre dato tutto per compagni e club e non modificherò niente ora, dopo quanto accaduto. Non sono uno che tradisce e nemmeno uno che ha l'abitudine di cedere ai ricatti. Sicuramente l'amore è una variante del ricatto. Come sapete, ci sono trattative. Lascio che se ne occupi il mio agente, è il suo territorio. Il mio campo è la palla semplicemente giocando a calcio, condividendo momenti di gioia con i miei compagni di squadra e tutti i membri".
La sua posizione dunque sembra essere ferma, con al momento pochissime possibilità di una partenza entro fine mese. Una situazione che inguaia il Barcellona che si trova quasi in un vicolo cieco. Tra l'altro l'Associazione dei Calciatori Spagnoli in un comunicato si è schierata al fianco di Dembélé dopo la sua mancata convocazione contro l'Athletic. Si legge nella nota: "L'AFE ritiene che la sottoscrizione di un contratto di lavoro come calciatore professionista lo obblighi a prestare i propri servizi per conto del club seguendo le istruzioni a lui fornite. D'altra parte, il club è obbligato a pagare la retribuzione pattuita e consentire la prestazione dei servizi nelle stesse condizioni del resto dei suoi colleghi, senza che vi sia alcun tipo di discriminazione, né pressioni affinché l'atleta rinunci ai suoi diritti sindacali".
D'altronde in merito alla questione relativa al rinnovo, per l'Assocalciatori non devono essere esercitate pressioni: "Siamo consapevoli che il rinnovo di un contratto richiede l'accordo delle due parti. Detto patto di volontà deve essere rilasciato liberamente senza che sussistano condizioni esterne che limitino la libertà di assunzione del calciatore professionista". Per questo pur essendo il club libero di non schierare un calciatore bisogna fare un distinguo: "Se questa circostanza potesse essere intesa come una pressione a piegare la sua volontà, oltre a dichiarazioni pubbliche che riconoscano questo tipo di pressione, ci troveremmo di fronte ad un'azione illecita da parte dell'azienda. AFE ritiene che non raggiungere un accordo per rinnovare un contratto di lavoro non implichi inadempimento lavorativo” .
Il Barcellona al momento, avendo già annunciato di non essere disposto ad escludere il calciatore fino a fine stagione, si trova in un vicolo senza uscita. In caso di contenzioso legale infatti, il calciatore potrebbe essere spalleggiato dall'Afe e dunque avere diversi punti a suo favore. Una situazione che economicamente preoccupa i catalani che se dovessero essere obbligati a mantenere il giocatore in rosa fino a giugno, dovrebbero sborsare una bella cifra.