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De Zerbi saluta lo Shakhtar: “Senza campionato inutile restare, voglio tornare ad una vita normale”

Il tecnico bresciano dopo l’ultima amichevole ha salutato società e giocatori: “Mi sarebbe piaciuto concludere ciò che abbiamo iniziato. Sono diventato una persona migliore grazie all’Ucraina”
A cura di Alessio Pediglieri
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Roberto De Zerbi ha voglia di calcio e di ritornare alla normalità, allontanando definitivamente i ricordi legati al conflitto tra Russia e Ucraina che ha vissuto in modo diretto, con giorni di paura e angoscia poi conclusi nel modo migliore: rientrando in Italia. Momenti drammatici che hanno lasciato il segno ma che hanno mostrato al mondo – non solo sportivo – di che pasta sia costituito il tecnico bresciano, da subito vicinissimo a tutti i suoi giocatori e allo staff coinvolti nel conflitto. E che oggi, però, potrebbe anche salutare per cercare nuove avventure professionali.

Nessun addio sancito da interessi particolari, anzi. De Zerbi è stato quasi subito accostato a diverse panchine italiane ed europee all'indomani del suo rientro a casa e con la consapevolezza di una stagione interrotta, nel campionato ucraino alla guida dello Shakhtar. La squadra dell'ex Sassuolo stava guidando la classifica quando il peggio è arrivato, ora si ritrova ancora invischiato in una situazione di assoluta incertezza, senza sapere se e quando si potrà riprendere ad allenarsi e giocare. Ed è questo l'unico motivo per il quale sta meditando l'addio: la voglia di calcio.

Subito dopo la fuga dai territori coinvolti nella guerra, De Zerbi non è rimasto con le mani in mano. Insieme al suo club si è dato da fare per riportare una sorta di serenità all'ambiente, coinvolgendo – grazie al benestare dell'UEFA – i suoi giocatori ed altri di nazionalità ucraina in un tour europeo di amichevoli, il ‘Global Tour' per la Pace. Una volta concluso anche questo impegno, però, De Zerbi ha ammesso che il suo tempo allo Shakhtar potrebbe essere considerato terminato, a seguito del toccante abbraccio ai suoi giocatori alla conclusione dell'ultima gara contro l'Hajduk Spalato: "Potrebbe essere il mio ultimo giorno da allenatore dello Shakhtar" ha infatti spiegato sul sito ufficiale del club.

Allo Shakhtar De Zerbi era arrivato dopo la straordinaria avventura al Sassuolo che gli aveva permesso di farsi conoscere in Italia e nel mondo. A ridosso della passata stagione, la scelta in estate: provare ad alzare l'asticella, allenando una delle società più importanti dell'Europa dell'Est. Una scelta coraggiosa quanto vincente perché fino allo scorso 24 febbraio (giorno in cui la Russia dichiarò guerra all'Ucraina) lo Shakhtar si era distinto con qualità nelle Coppe e guidava il campionato ucraino. Poi, il vuoto, colmabile solamente con una nuova avventura: "Se non c'è un campionato sento la necessità di cambiare, è il momento. Vorrei restare per concludere ciò che abbiamo iniziato insieme ma desidero anche iniziare una vita fatta di normalità e lavoro. La stagione sta finendo, la nuova è alle porte".

Un addio obbligato, per un professionista che sa di aver lasciato comunque la propria impronta, in un club e in una nazione dove lo hanno accolto al meglio: "Ho parlato con i giocatori e la società. Lo Shakhtar è molto fortunato ad avere il signor Akhmetov come presidente. In questo momento difficile, sono con l'Ucraina e con tutti gli ucraini. Perché mi piace stare con persone buone che hanno dignità, coraggio e orgoglio. Il popolo ucraino mi ha insegnato molte cose. Io e il mio staff tecnico ce ne andiamo ora, ma penso che siamo diventati persone migliori grazie all'Ucraina".

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