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De Zerbi riprende la protesta di Maradona: “Chi decide parla senza sapere cosa significhi giocare”

L’appello di De Zerbi verso i vertici del calcio mondiale è forte: “Allenatori e giocatori dovrebbero poter incidere di più perché poi sono loro che mettono in scena lo spettacolo”
A cura di Ada Cotugno
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Roberto De Zerbi non le manda a dire quando si parla dei vertici del calcio mondiale. L'allenatore del Marsiglia ha avuto un grande impatto sul nuovo campionato grazie alla sua filosofia di gioco, ma ha le idee ben chiare anche quando non è il campo a essere protagonista. Intervenuto alla trasmissione "Dodicesimo in campo" su Seilatv si è schierato duramente su chi decide le sorti di questo sport, rifacendosi a una vecchia frase pronunciata anni fa da Diego Armando Maradona.

Il suo è a tutti gli effetti un appello a chi di dover per ascoltare davvero il parere di giocatori e allenatori prima di dover prendere decisioni: sono i protagonisti a tutti gli effetti e le loro parole dovrebbero avere un peso specifico importantissimo a differenza di adesso.

De Zerbi duro contro i vertici del calcio

La questione è davvero troppo spinosa e si aggancia alle polemiche dei giocatori per i calendari sempre più congestionati. In tanti stanno chiedendo a UEFA e FIFA di alleggerire il carico, spaventati anche dai tantissimi infortuni che stanno capitando in giro per il mondo. E De Zerbi chiede di dar voce proprio a questi bisogni citando Maradona: "Sono innamorato di questo sport anche se non mi piace che ai vertici ci siano persone che prendono decisioni senza sapere cosa significhi allenare o giocare. Lo diceva Maradona e aveva ragione. Adesso c’è chi sostiene che si giochi troppo, io dico che bisognerebbe parlare con i protagonisti prima di stilare i calendari. Allenatori e giocatori dovrebbero poter incidere di più perché poi sono loro che mettono in scena lo spettacolo".

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I tifosi del Marsiglia hanno avuto modo di scoprire da vicino la sua filosofia calcistica, quella che in estate gli ha permesso di essere corteggiato dai migliori club in Europa. La sua squadra è terza in classifica, in netta ripresa rispetto all'ultima stagione, e in estate ha accolto giocatori importanti come Greenwood e Rabiot. Per De Zerbi però non c'è nessun segreto: "Prima di tutto sono stato un tifoso e poi un giocatore. Se non fossi stato tutto quello, adesso non sarei quello che sono. Forse sto diventando vecchio, ma il calcio di una volta era più bello. C’erano i giocatori bandiera, c’erano rivalità in campo e sugli spalti, ma tutto poi finiva lì. Adesso è diventato un tutti contro tutti con questo uso selvaggio dei social dove la gente critica, giudica senza nemmeno conoscere le persone. E lo fa con cattiveria, con prevenzione. Anche l’evoluzione del calcio rappresenta quello che è il cambiamento della società".

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