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De Zerbi, futuro da scrivere al Sassuolo: “Si devono incastrare tante cose”

Roberto De Zerbi non ha dato certezze sul suo futuro al Sassuolo: “Bisogna capire insieme se sia corretto andare avanti con una società alla quale sono riconoscente”. L’ex allenatore del Benevento non nasconde di essere pronto per un’esperienza all’estero, mentre pensa che Locatelli sia “pronto per ogni centrocampo”.
A cura di Valerio Albertini
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Roberto De Zerbi è uno degli allenatori più ricercati e chiacchierati del momento. Al tecnico del Sassuolo è riconosciuto il grande lavoro fatto con la società neroverde, da due anni ottava in Serie A, e la capacità di far giocare bene le proprie squadre. Ospite a Sportitalia, l'ex allenatore del Benevento, ha trattato vari temi, tra cui quello relativo al suo futuro. "Per ripartire insieme l'anno prossimo, si devono incastrare tante cose". È questo il pensiero di De Zerbi sul suo futuro prossimo al Sassuolo, ribadendo, comunque, la sua gioia del guidare la squadra emiliana. L'ex giocatore del Catania, però, si dichiara favorevole a un'esperienza in un altro campionato:

Non si tratta di sirene da altre squadre, è una questione tra me e il Sassuolo. Sul futuro ci sono tante cose da discutere: non nascondo che mi piacerebbe allenare all’estero, da calciatore ho avuto esperienze di questo tipo che mi hanno fatto crescere e vorrei evitare di averle alla fine della mia carriera da allenatore.

Il rapporto con la società neroverde

De Zerbi si sofferma a lungo sul rapporto con la società, dichiarando che al momento non è intenzionato a lasciare la creatura da lui plasmata negli ultimi tre anni:

Per lasciare il club di mia volontà deve succedere qualcosa. Sicuramente il giorno in cui andrò via avrò più rammarico per quello che non è stato fatto che felicità per gli obiettivi raggiunti in questi tre anni, obiettivi di mercato e di calcio giocato. Bisogna capire insieme se sia corretto andare avanti con una società alla quale sono riconoscente. Essere ottavi in Serie A significa che stiamo facendo il massimo da due anni. Dobbiamo essere avvelenati per ripartire insieme, e per tenere alte le motivazioni la squadra andrebbe rinfrescata, l’ho detto anche al direttore Carnevali. Non è obbligatorio che si debba ripartire per arrivare al settimo o ottavo posto, si potrebbe ricreare una cosa nuova e pensare anche alla salvezza alla trentesima partita.

L'allenatore del Sassuolo non vuole essere coinvolto nel futuro del club, nel caso in cui non fosse lui il tecnico nella prossima stagione:

Mi dà fastidio parlare del post, dire chi potrebbe venire dopo di me: il Sassuolo ha sempre avuto le idee chiare, sanno loro cosa fare nell’eventualità in cui io andassi via. Non hanno alcun bisogno dei miei consigli.

Il giudizio sui colleghi e l'investitura per Locatelli

Interpellato anche sul rendimento dei suoi colleghi, non crede sia giusto parlare di "nuovi De Zerbi" e pensa che non sia ancora possibile dare un giudizio sul lavoro di Pirlo:

Vincenzo Italiano non è il nuovo De Zerbi. Lui è lui, non serviva la Serie A per dimostrare che è forte, lo aveva già dimostrato. Pirlo è poco giudicabile: la prima esperienza in prima squadra non è facile e non aver fatto il ritiro lo ha penalizzato.

Chiosa finale sul gioiello più brillante del suo Sassuolo, quel Manuel Locatelli che cresce di partita in partita e che, per il suo allenatore, "è pronto per il centrocampo di ogni squadra".

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