De Zerbi è stanco, sfogo sull’Italia: “Chi mi fa passare come divisivo è disonesto e incompetente”
"Vengo descritto come divisivo per colpa di alcuni giornalisti che non sono onesti né competenti". Lo sfogo di Roberto De Zerbi arriva alla vigilia del ritorno di Europa League contro la Roma. Al tecnico italiano del Brighton viene fatta una domanda specifica sulla tendenza italiana a schierarsi da una parte o dall'altra a seconda del risultato, reagendo anche in maniera esagerata, e se lui stesso si riconosce in questo comportamento divisivo.
La questione postagli gli dà l'occasione per togliere qualche sassolino dalla scarpa e chiarire, una volta e per tutte, come si pone dinanzi a situazioni di questo tipo, oltre a puntare l'indice contro quella parte del mondo dell'informazione con la quale non è mai sceso a compromessi per una ragione precisa: non gli piace far parte del gioco che vede "risultatisti e giochisti" messi gli uni di fronte agli altri da una certa narrazione che avviene soprattutto in Italia.
"Non sono la persona che sta nel mezzo e che ama il grigio… scelgo da che parte stare, cerco di prendere posizione ma di farlo sempre in maniera corretta con tutti. Credo, però, che nella vostra categoria non tutti siano corretti. Ci sono molti vostri colleghi scorretti. Non ho mai accettato di scendere a quei compromessi che loro volevano, non li ho mai chiamati, non ne sono mai diventato amico. E per questo loro hanno accentuato questo mio essere divisivo, creando paragoni e fazioni tra i giochisti e i risultatisti, quando io ho sempre cercato di lavorare con passione rispettando tutti".
La seconda parte della riflessione pone l'attenzione sul modo in cui vengono raccontate verità presunte e giudizi non corretti, sull'approccio poco trasparente da parte di alcuni esponenti della categoria.
"Non sempre ci sono persone oneste, corrette e neanche competenti. E quando ho trovato queste persone non ho mai cercato il punto d’incontro per andare d’accordo per forza. Voi potete scrivere quello che volete, chiaramente mi dispiace perché la mia famiglia è in Italia, ma è il modo in cui raccontate le vostre verità che mi fa essere divisivo."
Divisivo, termine che De Zerbi contesta più volte e innesta sul filo conduttore della risposta molto articolata che prende spunto da una consuetudine: il trattamento riservato a lui come a tanti altri colleghi allenatori.
"Nel mio Paese avete accentuato voi questa divisione parlando di giochisti e risultatisti, anche in maniera non trasparente. Che io sia divisivo per le scelte che faccio, per il gioco che faccio, per le prese di posizione che ho assunto in passato, questo non vuol dire niente. Rispetto quasi tutti della vostra categoria, quelli che non rispettano gli altri non li rispetto neanche io, non parlo con loro, non concedo interviste e non scendo a compromessi"