De Sciglio massacrato dai tifosi della Juve per la sua deposizione ai magistrati: “Spia infame”
La Juventus si prepara a difendersi con le unghie nell'inchiesta penale che potrebbe vederla finire a processo assieme a 12 suoi dirigenti, da Andrea Agnelli in giù, qualora il tribunale di Torino accolga la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai Pm piemontesi. Il fronte aperto dalla Procura, sostanziato in quattro capi d'accusa pesantissimi (falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza Consob e false fatturazioni), è parecchio largo e sorretto da una mole notevole di attività di indagine, espletate attraverso perquisizioni, acquisizioni di documenti, intercettazioni telefoniche ed interrogatori di indagati e persone informate sui fatti.
Plusvalenze fittizie (o "artificiali", come le ha definite lo stesso Ds Cherubini nei suoi appunti nel ‘Libro nero' su Paratici), manovre stipendi coi calciatori (con rinunce a mensilità che non sarebbero state tali, ma solo pagamenti differiti non inseriti correttamente nel bilanci successivi), "rapporti di debito/credito tra le società opachi e non corrispondenti alla rappresentazione pubblica fornita" (col debito ‘fantasma' di 6-7 milioni con l'Atalanta, ammesso sotto interrogatorio da Cherubini), fatturazioni false per sanare pagamenti non corrisposti agli agenti: da questo poderoso impianto accusatorio si capisce bene il senso delle parole di John Elkann, Ad dell'azionista di maggioranza Exor, che nel riprendere in mano le redini del club bianconero ‘rottamando' il cugino Andrea Agnelli, evidentemente individuato come il responsabile primo della scellerata gestione degli ultimi anni, ha spiegato che "il nuovo Cda che nascerà a gennaio sarà formato da figure di grande professionalità sotto il profilo tecnico e giuridico, guidati del Presidente Gianluca Ferrero: insieme agli altri amministratori, avrà il compito di affrontare e risolvere i temi legali e societari che sono sul tavolo oggi".
Un organigramma di battaglia legale, più che di competenza calcistica: la priorità assoluta per la nuova Juve sarà uscire indenne dai problemi giudiziari (potrebbe incombere anche un nuovo processo sportivo per le manovre stipendi, mentre l'UEFA già ha aperto un'inchiesta da parte sua al riguardo), prima ancora di pensare ai risultati sportivi sul campo. Oltre a sequestri di documenti e intercettazioni, a sostegno dell'attività di indagine della Procura ci sono anche le deposizioni rese da dirigenti e calciatori sotto interrogatorio. In particolare, per quanto riguarda le ‘manovre stipendi' concordate da Giorgio Chiellini con la società bianconera in modo che all'esterno risultasse qualcosa di diverso dalla realtà degli accordi coi calciatori (da qui anche l'accusa di aggiotaggio, oltre che di falso in bilancio), la conferma dei messaggi che all'epoca furono diretti dal capitano juventino a tutti i calciatori della rosa è stata data agli inquirenti in maniera inconfutabile da due giocatori, Mattia De Sciglio e Matthijs de Ligt, che hanno consegnato ai Pm le chat su WhatsApp tra Chiellini e lo spogliatoio.
Nel verbale dell'interrogatorio di De Sciglio si legge: "Chiellini ha inviato un messaggio iniziale rivolto a tutti nel quale era descritta la proposta della società. Da lì in poi ne abbiamo parlato tra noi calciatori. Verificando dal mio smartphone ho rinvenuto i messaggi inviati da Giorgio Chiellini sul gruppo whatsapp della nostra squadra in data 27 e 28 marzo 2020, che provvedo a consegnarvi in copia".
Nei messaggi in questione, annotano i Pm, si legge tra le altre cose "per questioni legislative di Borsa la comunicazione che uscirebbe è solo della rinuncia ai 4 mesi, è chiesto di NON PARLARE NELLE INTERVISTE sui dettagli di questo accordo", nonché "la JUVENTUS farà un comunicato stampa dove dirà che rinunciano a 4 mensilità per aiutare il club, ribadisco di comunicare solo questo a mezzo stampa". Una rinuncia che poi si scoprirà essere in realtà soltanto un differimento dei pagamenti di quegli stipendi, garantiti ai calciatori da scritture private non inserite correttamente nei bilanci successivi.
La diffusione della notizia della deposizione di De Sciglio ai magistrati, con annessa consegna dei messaggi di Chiellini, è stata seguita ieri sera da un post del 30enne difensore sui suoi social. "Back to work", "di nuovo al lavoro", ha scritto l'ex nazionale azzurro, che quest'anno ha messo assieme 11 presenze complessive con la Juve, cui è legato da un contratto fino al 2025.
La pubblicazione dei post su Twitter e Instagram ha tuttavia scatenato la parte più becera della tifoseria bianconera, che ha insultato pesantemente il giocatore, accusato di aver ‘cantato' davanti agli inquirenti. "Spione", "infame", "indegno", "traditore", "caino", "ratto", "vattene", "De Sbirro": questi e tantissimi altri gli epiteti rivolti all'ex milanista.
Un massacro social cui ha cercato di porre riparo qualche altra voce – in netta minoranza – tra i sostenitori juventini: "L’unica cosa indegna è il difendere comportamenti penalmente rilevanti. Mi auguro che la maggioranza del popolo bianconero prenda le distanze da questi soggetti che offendono De Sciglio". Si annunciano momenti non facili per il giocatore alla ripresa dell'attività.