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De Rossi e il Covid: “Avevo 87 di saturazione, i dottori cambiarono faccia. Negarlo è una follia”

Daniele De Rossi confessa il sogno di allenare la Roma: “Per me è una seconda pelle, un amore appassionato e puro. Credo che accadrà un giorno. Ma è un desiderio, non un’ossessione. Ora voglio fare le mie esperienze in Italia o all’estero”. Poi torna ai giorni drammatici del Covid: se l’è vista davvero brutta.
A cura di Paolo Fiorenza
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Daniele De Rossi ha annunciato di aver lasciato la Nazionale italiana dopo aver preso parte al trionfo azzurro agli ultimi Europei: l'ex capitano giallorosso ha ringraziato Mancini per l'enorme opportunità datagli per far parte del suo staff e adesso è pronto a spiccare il volo per sedersi su una panchina, col sogno mai nascosto di allenare un giorno la sua Roma: "Tutti sanno cosa è stata e sarà sempre la Roma per me: una seconda pelle, un amore appassionato e puro. Certo che mi piacerebbe allenarla, quando sarò pronto e me lo sarò guadagnato per il mio valore da tecnico e non per il mio passato da calciatore. Credo che accadrà un giorno. Ma è un desiderio, non un’ossessione. Ora voglio fare le mie esperienze in Italia o all’estero".

Nell'intervista a Sportweek, De Rossi torna alla sua drammatica esperienza col Covid, quando fu ricoverato allo Spallanzani di Roma con sintomi molto pesanti tra cui la polmonite, al punto che si rese necessario l'ossigeno per giorni. Il 38enne se l'è vista davvero brutta: "L'ho preso in Bulgaria con la Nazionale. Sono stato subito male con febbre alta, ma l’ho sottovalutato. Avevo letto che alla mia età, 37 anni, al massimo avevi tre giorni di febbre. Invece è stato un crescendo. Ho vissuto tre fasi. La prima, di malessere vero: tosse tutto il giorno e nausea. Spossante. La seconda, della paura: in ospedale allo Spallanzani, dopo aver preso la saturazione che misurava 87 i dottori, che non smetterò mai di ringraziare, hanno cambiato faccia… Sono stato quattro giorni sotto ossigeno. La terza fase è stata quella dell’attesa: finiti i sintomi, sono rimasto 18 giorni positivo, senza poter uscire".

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De Rossi spiega come sono uscite fuori le sue immagini con la maschera d'ossigeno: "Era un video che avevo mandato agli amici più stretti per rassicurarli, uno di loro l’ha girato in una chat di famiglia e da lì è uscito. L’inoltro è l’opzione peggiore di WhatsApp, andrebbe eliminato. Però anche i giornali e i siti dovrebbero fermarsi prima di pubblicare un materiale riservato senza la volontà del diretto interessato. Il dolore spettacolarizzato e questa morbosità per incidenti, infortuni, malattie, non la condividerò mai. Disumanizza la società".

In questi giorni impazza più che mai il dibattito su Green Pass e libertà personale, De Rossi sul tema è come sempre schietto e non usa giri di parole: "Sono vaccinato, mai stato contro. Posso capire l’anziano che ha paura delle reazioni, ma le manifestazioni in piazza di chi parla di complotti e nega il Covid, le ritengo pura follia. Avere intorno gente che ragiona così mi spaventa. Il vaccino è l’unica strada per tornare ad avere una vita normale. Gli obblighi e le imposizioni mi fanno schifo sempre, la democrazia non si tocca, ma la tua libertà di scegliere non può intaccare la mia salute". Nelle sue parole c'è ancora il terrore di chi l'ha vissuto sulla propria pelle.

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