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De Rossi: “Bonucci antipatico per la maglia che indossa. È la mentalità Juve, per questo vincono”

Daniele De Rossi, una vita nella Roma e tante sfide contro la Juventus che gli hanno consentito di apprezzarne anche i pregi. L’ex centrocampista giallorosso ha raccontato il segreto dei bianconeri attraverso l’esempio di Bonucci: “È antipatico per la maglia che indossa, frutto della mentalità per cui vincono sempre”.
A cura di Redazione Sport
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Daniele De Rossi è sempre stato così: schietto, sincero, diretto. Prendere o lasciare. Ha indossato per una vita la maglia della Roma ma non si è mai fatto problemi a raccontare verità impopolari, che potessero andare contro l'opinione diffusa del tifo giallorosso o sconfessare quelli che per i sostenitori della Lupa sono dogmi. È anche per questo motivo che nessuno si sorprende nel vederlo parlare bene, ancora una volta, della Juventus, avversaria di tante batteglie in campo – anche piuttosto rudi – ma sempre vista con grandissimo rispetto dal centrocampista reduce dall'esperienza in Argentina con il Boca Juniors.

Ai microfoni di Sky, De Rossi ha parlato del suo rapporto con Leonardo Bonucci, difensore della Juventus, ma più in generale di quello che la Juve rappresenta nel bene e nel male per un avversario in campo.

"Parliamo di un ragazzo che a Roma tutti quelli che conosco e non fanno parte del calcio mi dicono: ‘Bonucci è odioso, invitalo qualche volta che lo gonfio'. C'è una percezione su di lui totalmente sbagliata, anche se in tv dà questa idea. È un ragazzo e di un professionista incredibile, un padre e un amico perfetto. Mi spiace si pensi che sia antipatico, anche se in campo lo è, ma è anche frutto della maglia che indossa. Quella squadra ti dà quella mentalità, quella testa, ed è uno dei motivi per cui vincono sempre"

De Rossi ha sfiorato il contatto fisico con Bonucci durante un concitato Mondiale. Episodio che non ha scalfito il grande rapporto di amicizia tra i due.

"Una volta durante il Mondiale Bonucci tirò uno scarpino su un tavolo, rimbalzò e mi colpì sul sopracciglio. Mi dovettero tenere perché ero scattato, ma mi passò dopo un minuto. È uno dei ragazzi con cui ho legato particolarmente e che ricordo con più piacere nel mondo del calcio. Abbiamo condiviso grandi momenti insieme".

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