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De Paul racconta la convivenza nella stanza con Otamendi: “È molto premuroso”

L’Argentina gioca venerdì i quarti di finale contro l’Olanda. La squadra di Scaloni è in fiducia, il debutto shock con l’Arabia Saudita è solo un brutto ricordo. Nel ritiro della Seleccion è iniziato il conto alla rovescia per il prossimo match.
A cura di Maurizio De Santis
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Il centrocampista dell'Argentina, Rodrigo De Paul, divide la stanza in ritiro con Nicolas Otamendi.
Il centrocampista dell'Argentina, Rodrigo De Paul, divide la stanza in ritiro con Nicolas Otamendi.
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Un duro dal cuore tenero. È così che Rodrigo De Paul parla di Nicolas Otamendi, suo compagno di stanza in nazionale. "È come se fosse due persone", dice l'ex centrocampista dell'Udinese (oggi all'Atletico Madrid) quando gli chiedono di descrivere com'è nel privato quel difensore così arcigno in campo da guadagnarsi l'appellativo di "animale". Agli avversari tiene il fiato sul collo, conosce le buone e le cattive maniere per fermarli, non teme duelli in area di rigore, sa come farsi rispettare.

Fuori dal rettangolo verde emerge un'altra parte dell'animo. Mister Hyde viene tenuto a bada dal dottor Jekyll, è tutta un'altra storia. De Paul su sbilancia e porta alla luce anche il lato più tenero del difensore del Benfica che quando non ha addosso la maglia della nazionale ha un carattere e un approccio tutt'altro che ruvido: "Dentro di lui è un po' un orsacchiotto…", afferma nell'intervista a Deportv.

Sabato prossimo l'Argentina incontra l'Olanda nei quarti di finale dei Mondiali.
Sabato prossimo l'Argentina incontra l'Olanda nei quarti di finale dei Mondiali.

Otamendi è la persona su cui puoi contare, c'è quando serve. C'è quando la tensione sale e il clima pre-partita si fa sentire. La gestione di quei momenti è nelle sue corde e sa come trasmetterla, come aiutare il compagno di squadra. "Mi spegne l'iPad, mi copre, è molto premuroso", racconta al reporter che prova a carpirgli quel che non si vede, il dietro le quinte di un mese da vivere tutto d'un fiato e con una data cerchiata in rosso sul calendario (il 18 dicembre, giorno della finale).

Nella testa dei calciatori argentini c'è solo quello. Dopo aver iniziato ingoiando il veleno in fonda alla Coppa per la sconfitta con l'Arabia Saudita, la Seleccion ha cambiato marcia battendo Messico, Polonia e Australia. L'Olanda, però, sarà di tutt'altra pasta. E questo De Paul lo sa bene. Ma avrà accanto a sé Otamendi, la persona con la quale andare in battaglia. "In campo ti uccide – aggiunse in senso metaforico -. Nicolas è a un livello straordinario e se lo merita più di chiunque altro".

L'Argentina per adesso è ferma: dopo aver conquistato la qualificazione contro l'Australia, tornerà in campo sabato per sfidare l'Olanda nei quarti e fare un altro passo verso quella finale che manca dal 2014. L'ultima volta che l'Albiceleste l'ha giocata è stato nel 2014 in Brasile e, ironia della sorte, proprio la Seleçao è dal suo lato del tabellone.

A pochi giorni dalla gara con gli olandesi (venerdì 9 dicembre) le attenzioni sono tutte concentrate sulle condizioni di salute di Angel Di Maria, il "fideo" è una delle colonne della nazionale, l'arma segreta, il giocatore che un colpo di classe (e di prestigio) può cambiare le sorti di un match. Come sta il mancino di Rosario? Un sovraccarico muscolare ha consigliato riposo, ecco perché non era in campo con l'Australia. Farà il possibile per esserci, con De Paul e Otamendi a guardargli le spalle.

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