De Ligt è il nervo scoperto di Allegri: “Voi mi volete fare arrabbiare”
Momento difficile per la Juventus e Massimiliano Allegri, inopinatamente sul fondo della classifica della Serie A dopo 4 giornate: 2 soli punti conquistati e desolante terzultimo posto. Un avvio di stagione che nessuno avrebbe potuto immaginare, neanche i i più pessimisti dopo l'addio di Cristiano Ronaldo. Il pareggio interno col Milan di domenica sera è un brodino che non serve ai bianconeri per poter cambiare marcia e realisticamente pensare di colmare il gap dalla vetta in tempi brevi. Ci sarà da rimboccarsi le maniche e remare tutti assieme, tenendo i nervi saldi.
A cominciare dal timoniere dei 5 Scudetti, al quale si riconosce tra le doti principali proprio la capacità di restare lucido al cambiare delle condizioni dentro e fuori dal campo. Eppure la spia che la situazione sia complicata lo mostrano proprio i gesti e le parole di Allegri, come il duro sfogo – "porca tr**a, state a giocà nella Juve" – sfuggitogli al termine della partita e diretto principalmente ai tre giocatori inseriti nel secondo tempo e che non hanno dato quello che il tecnico si aspettava, ovvero Kean, Chiesa e Kulusevski.
È questo il senso dell'ammissione di aver "sbagliato i cambi", e principalmente Chiesa sembra una delle spine più pungenti per il tecnico livornese, che nella conferenza post match lo bacchetta così: "Deve crescere ed acquisire una certa consapevolezza che siamo alla Juventus". Chiuso in prima linea dalla coppia Morata-Dybala e sugli esterni da gente con più peso tattico come Cuadrado e Rabiot (il francese ieri è stato apertamente elogiato da Allegri, "ha fatto una grande partita"), per uno degli eroi della vittoria azzurra agli Europei la strada al momento sembra in salita, almeno se si gioca col modulo messo in campo contro il Milan.
Ma c'è un nervo ancora più scoperto per Allegri ed è Matthijs de Ligt, sul quale già alla vigilia aveva risposto in maniera seccata alla domanda sul suo utilizzo: "L'ho detto già, De Ligt ha 22 anni, è molto bravo, ma quando arrivi alla Juve con quell'entusiasmo che ti travolge è normale perdere un po' di lucidità – aveva spiegato sabato – Quando è stato preso, qualcuno lo ha descritto come futuro Pallone d'Oro. Ma ci vuole calma: si tratta di un ragazzo di 20 anni che arriva alla Juventus, una maglia che pesa. C'è un percorso per tutti, giocatori e allenatori. De Ligt è un giocatore ancora giovane, bravo, che può rimanere tanti anni alla Juve indipendentemente dal fatto che giochi una partita in più o una in meno".
E quella di domenica non l'ha giocata, nonostante alla vigilia Allegri lo avesse provato al posto di Bonucci al fianco di Chiellini, facendo pensare che lo avrebbe schierato dal 1′. Invece l'olandese si è accomodato in panchina e nel post partita l'ennesima domanda sul mancato impiego di De Ligt ha fatto sbottare l'allenatore bianconero, quando anche gli è stato fatto notare che la Juve prende gol da 18 partite consecutive in campionato: "Voi mi volete proprio far arrabbiare… oggi Bonucci e Chiellini hanno fatto una partita straordinaria. Credo che siano domande… piuttosto fate una domanda sui cambi, che magari ho sbagliato i cambi, ma non potete dire perché Bonucci o De Ligt… Bonucci ha fatto una partita meravigliosa, così come Chiellini".
L'argomento tornerà sicuramente d'attualità, vista la scelta della difesa a 4 che comporterà sempre un'esclusione eccellente al centro del pacchetto arretrato. In questo momento di tempesta Allegri va coi due vecchi bucanieri che gli danno più affidabilità e che hanno formato la diga insuperabile dell'Italia agli Europei: per il ‘giovane' De Ligt c'è da aspettare.