De Leo racconta il De Rossi allenatore dopo il corso a Coverciano: “Prende spunto dal calcio a 5”
Era il 6 settembre 2023 quando furono ufficializzati dal Settore Tecnico i nuovi allenatori UEFA Pro abilitati dopo gli esami finali del corso svolti a Coverciano. Tra loro c'erano ex giocatori del calibro Marco Amelia, Andrea Barzagli, Antonio Nocerino ma anche Alberto Aquilani, Francesco Farioli, Raffaele Palladino e appunto Daniele De Rossi. Con l'attuale allenatore della Roma, ufficializzato dopo l'esonero di José Mourinho, c'era anche Emilio De Leo, tattico e storico vice di Sinisa Mihajlovic nelle varie esperienze da allenatore vissute in Serie A.
In un'intervista a Fanpage il tecnico di origini campane ha parlato proprio di De Rossi e del suo avvento sulla panchina giallorossa. I due già si conoscevano e a Coverciano durante il corso hanno potuto consolidare anche il loro legame professionale. "Daniele è un perfezionista, io lo definisco come un ‘personaggio pop' da cui bisogna aspettarsi tanto coinvolgimento e cuore alla Roma". Un aneddoto sul suo metodo di allenamento: "Chiesi informazioni a un tecnico di calcio a 5 su come concludere al meglio le azioni negli ultimi 30 metri".
Che allenatore è De rossi e che cosa ci dobbiamo aspettare?
"Un perfezionista. Da un lato ho visto una persona che cura tutti i dettagli in maniera metodica e con grande umiltà. Qualcuno crede che essendo stato un giocatore di alti livelli questi aggiornamenti di studio e di ricerca siano più marginali per uno come lui e invece no, questa cosa mi ha meravigliato dal primo momento. Dall'altra parte ha una grande passione, e io l'ho definito sempre come un personaggio pop perché proprio nei modi, nei colori, nell'entusiasmo, nella positività che ha e nei sorrisi, bisogna aspettarsi tanto coinvolgimento e cuore".
In che modo si potrebbe contraddistinguere?
"Secondo me ha anche un'attenzione ai dettagli di chi sa che questo è un percorso lungo e insidioso in un contesto come quello della Roma in cui tutto è più amplificato. Secondo me però ha tutte le carte giuste per riuscirci".
Che impatto ha avuto conoscendolo di persona?
"Lo conosco da un po' di tempo. Oltre agli incroci in campo lui era molto amico di Sinisa e per questo ci siamo visti in diverse occasioni. Diverse stagioni fa lui era stato a Bologna a seguire i nostri allenamenti e lì ci siamo confrontati rimanendo colpito da una persona umile che prendeva appunti e cercava di imparare tutto con uno staff giovane e di persone con cui era cresciuto".
Dal punto di visto dell'impatto al ruolo da allenatore come si può descrivere?
"Vedevo che c'era un feeling speciale e la consapevolezza di dover iniziare da zero un nuovo percorso e questo mi ha colpito: quando trovi dall'altra parte campioni che hanno fatto la storia del calcio c'è anche la curiosità di capire come si rapportano a te e al tuo nuovo ruolo e lui in questo è sempre stato rispettoso ed educato. La cosiddetta romanità sarà sicuramente il valore aggiunto di De Rossi in questa nuova esperienza. La sua passione e l'entusiasmo possono diventare coinvolgenti".
Le ha chiesto qualcosa di specifico?
"Tutto sull'organizzazione degli allenamenti, le esercitazioni, gli obiettivi a seconda dei principi di gioco e come strutturare una seduta d'allenamento. Insomma, ci siamo confrontati su tutto quello che riguardava la metodologia".
Che impatto può avere sulla squadra?
"Sicuramente l'allenatore deve essere credibile e dal punto di vista tecnico e tattico Mourinho ha i trofei e l'esperienza dalla sua rispetto a Daniele ma la credibilità vuol dire anche quanto tu ci tenga e quanto ti metta in discussione e quanto pretenda dalla squadra. De Rossi credo che tutti questi aspetti ce li abbia e quando il gruppo si renderà conto che dall'altra parte c'è una persona che ci tiene talmente tanto da diventare coinvolgente sotto tutti i punti di vista secondo me questo può essere un fattore trainante importantissimo. Daniele Ha tutte le carte in regola per fare bene".
Come crede che schiererà in campo la sua Roma?
"Non saprei, la sua intelligenza secondo me sta anche nel fatto che si debba adattare a un contesto che trova. Sicuramente è un allenatore a cui piace dominare il gioco, controllare palla, costruire anche la manovra dal basso e piace tanto lavorare in modo moderno sulle decisione dei giocatori e su come cambi il contesto tattico anche nel corso di una partita. Io mi aspetto questo, lui è molto attento ai dettagli della fase di rifinitura".
Cosa ricorda di lui nello specifico?
"Ricordo che lui ci parlava del fatto che avesse approfondito dei discorsi tattici con un allenatore di calcio a 5 – forse della Nazionale italiana – per migliorare la rifinitura negli ultimi 30 metri quando gli spazi erano strettissimi. Tutti quei particolari, il modo di anticipare il tiro e coprire la palla potevano essere importanti nel corso di una partita. Questo per dire che si occupava anche di aspetti specifici e dettagli avendo una mentalità che era in qualche modo anche presa in prestito da altre discipline".
In che senso?
"Da amante di sport americani è anche ricettivo da quel punto di vista. Lui è sempre pronto ad assorbire, è davvero un bel personaggio pop perché riesce a tirare fuori qualcosa di interessante e indicativo dalle realtà più disparate che osserva e vive".