De Laurentiis sugli scontri di Napoli-Eintracht: “Ceferin si commenta da solo, pensate a Parigi”
Aurelio De Laurentiis chiama "reietti" quei tifosi che credono di essere padroni del tifo e dello stadio (dal quale vuole che restino fuori) e hanno come unico scopo praticare violenza. Poi attacca la politica italiana, la mette in controluce rispetto alla severità e al decisionismo di Margaret Tatcher e invita l'attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a seguire l'esempio inglese per bonificare gli impianti dai violenti. Infine, affonda il colpo sul presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, che alla vigilia dell'incontro di Champions contro l'Eintracht aveva tuonato contro Napoli per il divieto di trasferta e vendita dei biglietti ai tifosi tedeschi.
Il giorno dopo gli scontri, gli incidenti e le scende di guerriglia urbana il numero uno del club azzurro non risparmia critiche e durante la conferenza stampa in prefettura ribadisce ciò che ha sempre pensato di una certa interpretazione del tifo: "Conoscete la sigla ACAB? Ci hanno fatto anche un film, quando c’è di mezzo l’autorità costituita i reietti, quei cani sciolti che non aspettano altro di unirsi per scontrarsi con l’ordine costituito".
E rincara la dose chiarendo un concetto che scava un solco profondo tra la sua idea di sostegno appassionato e quella degli ultras, in particolare di quelle frange che all'insegna del "il Napoli siamo noi" credono di poter dettare la loro legge, ingaggiare duelli, ritenere i settori di un impianto zona franca rispetto alle autorità. "Mercoledì sera ho visto uno spettacolo straordinario – ha aggiunto De Laurentiis -. Alcuni dicono una volta allo stadio si faceva più casino. Io dico sempre: il casino velo fate a casa vostra. Il tifo deve essere sano, allo stadio ci vanno famiglie, bambini ai quali non bisogna far fare un giro di cocaina, fumare la marijuana, né mostrare un’arma".
Le immagini di devastazione del Centro di Napoli sono una ferita che brucia e fa male, in parte sporca la storica qualificazione ai quarti dei partenopei. Rispetto alle polemiche sull'organizzazione, sull'efficacia e sulla gestione dell'ordine pubblico AdL allarga il campo della riflessione. "La politica italiana se n’è sempre lavata le mani. Mi aspetto che la Meloni faccia come la Thatcher. Perché dovremmo investire soldi per rifare impianti che vengono devastati? La frequentazione dello stadio va regolamentata perché è un luogo sacro, è l'immagine che viene trasmessa e io sono orgoglioso del fatto che la nostra è stata quella di uno stadio inglese".
De Laurentiis ne ha per tutti, mette nel mirino anche il numero uno della Uefa, Ceferin. "Parlerò solo alla fine del campionato, non posso permettermelo ora. Ma penso si debba cambiare tutto. Di Ceferin non parlo, si commenta da solo. La Uefa si rappresenta da sola con i suoi signori. E poi basta pensare cosa è successo a Parigi l'anno scorso, il mio capo della comunicazione era lì e ha rischiato la vita".