De Laurentiis spiega la differenza del Napoli: “Abbiamo vinto lo scudetto dell’onestà”
La festa a Napoli è soltanto rimandata: la città aspetta di poter festeggiare il terzo scudetto della sua storia che potrebbe arrivare in questo turno infrasettimanale. La squadra volerà a Udine e i tifosi la seguiranno a distanza, riempiendo le strade e anche lo stadio Maradona dove verranno installati otto maxi-schermi per seguire la partita.
A confermarlo è stato il presidente Aurelio De Laurentiis nel corso di una riunione tenuta in prefettura, dove assieme al sindaco, al prefetto e al questore ha rivelato il piano per la festa azzurra. Non sono mancati poi commenti dal punto di vista puramente sportivo per un traguardo diventato storico.
"Lavorare significa anche fare fattore comune, che è una delle cose più difficili per ottenere l'X-Factor per il successo", ha sottolineato il presidente, "ma anche i napoletani hanno dato una grossa dimostrazione: per la prima volta domenica eravamo un corteo di quattro pulmini e siamo rimasti bloccati davanti al famoso bar azzurro e sulla sinistra avevamo le entrate per distinti e le curve e non si poteva camminare, c’era una festa fuori e un'altra che si stava manifestando all'interno".
Il Napoli è arrivato a un soffio dallo scudetto anche in passato, vedendo il sogno allontanarsi proprio sul più bello. De Laurentiis ha ricordato le stagioni precedenti lanciando una grande stoccata alle rivali: "Credo che il ciclo vincente si sia aperto tempo fa. Poi l’irregolarità costante ci ha penalizzato, ma noi qualche volta siamo arrivati secondi e saremmo potuti arrivare primi, mi sento di averne vinti altri di scudetti. Mi sento di aver vinto lo scudetto dell’onestà che è la prima regola della mia vita".
Non è mancato poi un aneddoto personale sul suo vissuto: "Quando a un certo punto mio zio Dino partì per gli Stati Uniti e mi chiese di andare con lui dissi che volevo restare qui perché volevo fare cinema e lui si infuriò. Mi ricordo che dissi a mio padre che questo è un Paese molto complicato: ‘Tu ti sei laureato in giurisprudenza e lingue orientali, sei conosciuto come un signore. Io sono sgradevolmente un guerriero. Fidati di me, se dobbiamo lavorare in queso Paese dobbiamo seguire le regole, che ci piaccia o non ci piaccia'".