De Laurentiis rompe il silenzio: “Chiedo scusa ai tifosi del Napoli per la bruttissima sconfitta di Empoli”
"Chiedo scusa a tutti i tifosi del Napoli per la bruttissima sconfitta di Empoli". Il messaggio che Aurelio De Laurentiis lascia filtrare attraverso la radio ufficiale, Kiss Kiss Napoli, è una mano tesa, un segnale di distensione, il tentativo di riportare il sereno dopo la bufera e i nuvoloni grigi dei giorni scorsi. In tre match (Fiorentina, Roma, Empoli) i partenopei hanno gettato alle ortiche il sogno scudetto, raccolto un solo punto e – cosa peggiore – sono crollati di schianto. Il tonfo è stato fragoroso, ha riaperto vecchie ferite e vecchi fantasmi come il titolo per in albergo a Firenze o la sciagurata partita contro il Verona.
La Champions League è lì, a un passo, basta allungare le mani per afferrarla ("andiamo a prendercela", ha detto nel convivio serale) e portare a casa il ritorno nella competizione che porta in dote introiti vitali per il bilancio e per la programmazione di un club che non ha altre entrate e ha fatto della partecipazione alla Coppa – contestualmente al player trading – la fonte di sostentamento per costruire poco alla volta una rosa in grado di competere per le prime posizioni in Italia e togliersi qualche soddisfazione in Europa. Aver mancato il traguardo per due anni è stato devastante, la flessione economica del sistema provocata dalla pandemia ha rosicchiato altre risorse e frenato il rinnovamento di un gruppo giunto a fine ciclo.
De Laurentiis è stato costretto a scendere in campo in prima persona (era sul prato a Castel Volturno, a osservare da vicino i calciatori) per riemettere le cose a posto prima che il suo Napoli finisse in cocci difficile da riattaccare, a porre fine al caos scoppiato sulla questione del ritiro/non ritiro poi divenuto una tavola rotonda intorno alla quale riannodare i fili di una stagione agli sgoccioli. E così ha avuto prima il confronto con l'allenatore, Luciano Spalletti ("mai pensato di esonerarlo né ad altri allenatori"), poi con la squadra, catechizzata e confessata a cena e nei colloqui privati.
Ha fatto anche un'altra cosa il patron, una mossa "politica" molto importante che è stato recarsi a casa di Dries Mertens. Una visita che ha un peso determinante (anche) per riportare la bilancia in equilibrio, dentro e fuori dal campo. Il belga, a 35 anni, resta un caposaldo all'interno dello spogliatoio, è in simbiosi con la piazza che lo ama alla follia, e s'è detto disposto a tutto – anche ad accettare un drastico ridimensionamento dell'ingaggio – pur di restare nella città dove si trova bene. "Il rinnovo? Ieri sono stato a casa sua – le parole del massimo dirigente rilanciate da Kiss Kiss che confermano come il rapporto sembra sia destinato a proseguire -, ci siamo dati appuntamento al termine della stagione, ma lui ama Napoli ed il Napoli".