È il giorno dell’esordio in campionato per il Napoli di Rino Gattuso, impegnato sul campo del Parma per la prima giornata di Serie A. È diventato anche il giorno in cui il Napoli, club tra i più importanti del calcio italiano e da anni assiduo frequentatore dei salotti buoni d'Europa – ma sarebbe stato lo stesso se si fosse trattato dell'ultima squadra di Serie C – è stato ridotto alla stregua di uno sgualcito volantino di propaganda elettorale dal suo stesso presidente, Aurelio De Laurentiis.
L'endorsement in favore di Vincenzo De Luca, candidato alle elezioni regionali in Campania, è difficile da commentare per quanto sbagliato, da qualsiasi prospettiva lo si guardi. Fuori traccia, fuori contesto, fuori tempo. Persino maldestro per i toni e l'eccessiva enfasi messa nelle parole. Un camioncino che passa per le strade del paese (ad urne appena aperte, tra l'altro) gracchiando dal megafono ‘Vota Vincenzo, vota Vincenzo'. Ma il camioncino si chiama Twitter e il paese è una potenziale platea di centinaia di migliaia di elettori.
L’utilizzo che De Laurentiis fa del Napoli per assecondare interessi personali – la sua vicinanza all’attuale presidente della regione è storia nota – è sconcertante per la naturalezza con cui si lascia passare il messaggio che una società sportiva possa esporsi in modo così deliberato sul piano politico e diventare veicolo di campagna elettorale. La preferenza politica di De Laurentiis (pienamente libero di esprimere le sue preferenze, come individuo) oltrepassa il limite nel momento in cui diventa ‘il Napoli sostiene' e mette un club, la sua storia e la sua gente accanto al logo di un partito su una scheda elettorale. Uno svilimento senza precedenti per una società calcistica. Una strumentalizzazione inaccettabile dello sport.