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De Laurentiis e la dieta per campare cent’anni: “Io sono Gruppo Zero, mi fanno una pippa”

Aurelio De Laurentiis mette da parte il calcio e parla di donne e cibo. Sulla pizza è polemica: “Come si può mangiare una pizza cotta in un forno a legna… E poi basta co ‘sto Champagne, io la mangio solo col vino rosso”.
A cura di Paolo Fiorenza
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È un Aurelio De Laurentiis inedito quello che abbandona per un momento i panni ben noti al grande pubblico del presidente di calcio e produttore cinematografico, per indossare quelli dell'uomo di mondo che si gode tutti i piaceri che questa vita può offrire, dalle donne al cibo. Dove per donne si intende la mera conoscenza spirituale, come spiega da marito fedele alla sua Jacqueline, incontrata in un collegio inglese quando lei aveva 19 anni e lui 24.

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"Io col cibo ho un rapporto di grande amore e di rispetto, come con le donne. Ho una enorme curiosità per la quale non sono mai sazio: scoprire com’è una donna – badate bene, interiormente – o un piatto. Prima si mangia con gli occhi e poi con la bocca. Una sola regola: cerco sempre la qualità", racconta nella confessione a Repubblica. Il patron del Napoli si lancia poi in una critica alla pizza partenopea cotta nei forni a legna: "Io mangio la pizza solo quando non è indigesta. Come si può mangiare una pizza che viene cotta – e spesso bruciata – in un minuto in un forno a legna, legna di cui spesso e volentieri si sa poco o niente? Per inciso, mi dicono che sta uscendo il divieto di usare forni a legna. Ce ne sono di eccellenti elettrici".

De Laurentiis dimostra di essere ferrato in materia: "Vedremo, anche la questione dell’impiego dei lieviti. Comunque la pizza ha da essere cotta senza rovinarla. E poi basta co ‘sto Champagne, neanche la birra va bene. Io la mangio solo col vino rosso. Ogni tanto ne faccio quattro-cinque teglie per gli amici: pochissima mozzarella, quasi asciutta, un pizzico di erba cipollina e all’ultimissimo un lancio di cozze, telline e lupini (mai vongole veraci!)".

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L'abbinamento che viene spontaneo pensando al cognome De Laurentiis è quello col cinema, ma il presidente del Napoli ne svela un altro, quello con la pasta: "Vengo da una famiglia di antichi pastai, mio nonno Aurelio produceva fantastici ziti e i fusilli col buco. E ho un armadio tre metri per quattro dove trovi ogni possibile tipologia. Certo, spaghetto e linguina sono capitoli a parte, ma io il pacchero che oggi va per la maggiore, il pacchero non lo capisco. Col pesce, poi. Semmai col ragù!". Quanto ai dettami che consiglierebbero di mangiare poca carne, De Laurentiis non se ne cura: "Lo so, lo sappiamo tutti che per superare i cent’anni non bisognerebbe mangiare carne rossa. Ma a me, che sono Gruppo Zero, mi fanno una pippa…".

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