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De Laurentiis demolisce Garcia e svela l’assurda presentazione al Napoli: “Volevo mandarlo via subito”

Aurelio De Laurentiis nel corso di un’intervista svela cosa sia accaduto con Rudi Garcia durante la sua presentazione ufficiale come nuovo allenatore del Napoli. Il patron azzurro voleva cacciarlo via subito: “Avrei dovuto capire dopo quella frase”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Aurelio De Laurentiis non sta vivendo un momento felicissimo con il suo Napoli. A ridosso del Natale si è ritrovato, da campione d'Italia in carica, a dove già cambiare l'allenatore esonerando Rudi Garcia sostituito da Walter Mazzarri, e in più è già fuori dalla Coppa Italia e lontano dalla parte alta della classifica di Serie A. Gli ottavi di Champions raggiunti restano una delle uniche gioie di questa prima parte di stagione degli azzurri che dopo l'addio di Spalletti e Giuntoli sembrano ancora un cantiere aperto.

Proprio il presidente del Napoli, nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ha raccontato cosa sia andato storto dopo lo Scudetto e soprattutto perché la sua scelta post Spalletti sia ricaduta su Rudi Garcia. E racconta un retroscena subito dopo la presentazione del tecnico a Capodimonte: "Avrei dovuto fare un coup de théatre e dire: ve l’ho presentato, però adesso se ne va". Nel mezzo anche le considerazioni di De Laurentiis sulla Superlega e l'idea di dare il via a una Serie E d'élite da inserire nel calcio italiano.

La presentazione di Rudi Garcia al Napoli.
La presentazione di Rudi Garcia al Napoli.

Il patron degli azzurri racconta: "Il primo che ho contattato è stato Thiago Motta – a seguito dell'addio di Spalletti – Non è che ci avessi visto male, eh? Ma lui non se l’è sentita. Perché sai cos’è? Tu vieni a prendere l’eredità di uno che ha vinto lo scudetto in quel modo. E se mi va male, ha pensato, io che cosa faccio? Che poi è la stessa cosa che avrà pensato Spalletti". De Laurentiis svela le sue mosse in quella calda estate 2023: "Sono andato su Luis Enrique – ha spiegato – Lui ha fatto venire a Napoli i suoi, mi ha tenuto tre giorni fermo, chiedendomi tantissimi soldi. Avevamo anche trovato un quasi accordo, ma poi ha detto di no, perché ambiva a guadagnare ancora di più. Ed è stata la volta di Nagelsmann". I nomi erano tanti: "Ne ho consultati cinque o sei, non di più. Ma ho detto quaranta come boutade, per mischiare le carte. E alla fine sono arrivato su Garcia. Che in Italia aveva fatto due secondi posti con spogliatoi turbolenti, pieni di giocatori di grande livello".

Ma proprio la scelta di Garcia si è poi rivelata subito infelice. Una frase durante la presentazione alla reggia di Capodimonte ha fatto letteralmente saltare dalla sedia De Laurentiis: "Quando l'ho presentato avrei dovuto fare un coup de théatre e dire: ve l’ho presentato, però adesso se ne va – spiega – Perché uno che arriva e dice: io non conosco il Napoli, non ho mai visto una partita… Avrei dovuto capire. E invece l’ho preso a ridere. Il fatto è che l’ha ripetuto altre volte". Secondo De Laurentiis il suo lavoro doveva essere minimo: "Sarebbe bastato che praticasse lo stesso calcio di Spalletti. Invece ha preteso che mandassi via un preparatore perfetto, per chiamarne uno che… Me l’avevano detto: questo t’imballa i giocatori. Sono dovuto restare a Castel Volturno da mattina a sera".

De Laurentiis e Agnelli insieme dopo la finale Coppa Italia Napoli-Juve all'Olimpico.
De Laurentiis e Agnelli insieme dopo la finale Coppa Italia Napoli-Juve all'Olimpico.

Oltre a ribadire poi la sua coerenza nelle scelte e il fatto di non rimproverarsi niente, specie su Giuntoli: "Sai quanti giocatori ha sbagliato lui…Il famoso signor Kvara, per dirne una, è una segnalazione giunta a mio figlio Edoardo, da lui a Micheli e da Micheli a Giuntoli", De Laurentiis si è soffermato anche a parlare della Superlega: "È stata una mossa sbagliata, che però ha sortito questo cambiamento. Adesso bisogna fare un ragionamento serio. Ho parlato con Florentino Perez e siamo d’accordo a mettere attorno a un tavolo alcuni veri imprenditori, non più e non solo presidenti nominali".

All'inizio nel 2021, per come era concepita la formula, non ha voluto accettare: "Non mi convinceva, lo dissi ad Andrea Agnelli. Mancava un avvicendamento di merito connesso al valore delle singole squadre". La proposta del patron del Napoli: "Farei subito una serie E a 14 posti, dove E sta per élite. Sole squadre di città con un numero rilevante di tifosi – spiega – Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio". 

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