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Scudetto Napoli 2023

De Laurentiis con lo Scudetto vince tutte le sue battaglie: aveva ragione, sacrosanta ragione

L’avventura del Napoli campione d’Italia è diventata un’epopea con De Laurentiis regista al suo meglio: non solo ha vinto, ma lo ha fatto a modo suo.
A cura di Jvan Sica
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Quando inizia una stagione calcistica puoi avere sensazioni, idee, se sei convinto al cento per cento delle prospettive, ma nessuno mi venga a dire che qualcuno poteva mai immaginare che il Napoli facesse quello che ha fatto e vincesse come ha vinto. Forse uno, un solo uomo, per fortuna dei partenopei al comando, aveva un sentore diverso: Aurelio De Laurentiis.

Il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis lascia andare David Ospina, Lorenzo Insigne e Dries Mertens, oltre a vendere Kalidou Koulibaly per 28 milioni di euro al Chelsea e Fabián Ruiz per 23 milioni di euro al PSG. Viene tolta la spina dorsale della squadra, viene staccata completamente dal suo passato recente e rimpiazza i big con un georgiano di 21 anni, un coreano che gioca al Fenerbahce, un norvegese che era sceso in B con il Genoa, e quasi a fine mercato piazza due colpi che sembrano interessanti ma che potrebbero non avere molto senso: compra altri due centravanti potenzialmente titolari mentre il Napoli ha già Victor Osimhen in rosa.

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Per i più buontemponi tutto questo sembrava una commedia, per gli altri una tragedia. Gran parte dei due gruppi di cui sopra hanno messo in rete e in giro un hashtag, #A16, strada che dovrebbe collegare (ci si mette una vita, fidatevi) Napoli e Bari, con sottinteso quindi dell’invito a scegliere la città pugliese dove andare a fare calcio e lasciar perdere con il Napoli.

Questo incipit non è diventato l’incipit né di una commedia, né di una tragedia, ma di un’epopea e Aurelio De Laurentiis non si sa se sapeva già il finale, ma di sicuro l’epopea l’ha diretta, magistralmente. ADL ha prima di tutto scelto gli uomini che doveva scegliere, prima grande competenza del presidente di calcio, e poi si è messo di lato, lasciando andare le cose anche quando ci sono state ingiustizie o blocchi. Seconda grande prerogativa, quando la squadra e l’ambiente va come deve andare.

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In questi anni Aurelio De Laurentiis non è stato sempre zitto e di lato, come in questa stagione, ha parlato e ha parlato anche tanto, del Napoli, ma soprattutto del sistema in generale. Ha spesso battuto il ferro sulla ridicolaggine del Financial Fair Play UEFA, sia come era stato pensato e soprattutto come veniva aggirato, sulla leggerezza con cui alcune società trattavano i bilanci, sull’importanza di avere uno scouting di altissimo livello perché la competizione economica sul calciatore affermato non è più possibile, sull’importanza nel non dare tutto il potere ai calciatori, facendogli creare clan di spogliatoio potenzialmente deleteri.

Ripensando a queste battaglie, oggi ad Aurelio De Laurentiis non gli si può non dire che aveva ragione, sacrosanta ragione. E non solo perché ha vinto con il Napoli e in una sola stagione è cresciuto in maniera esponenziale come brand sportivo internazionale, ma perché il mondo del calcio intorno a lui ha subìto le conseguenze degli errori che lui indicava e adesso vuole seguirlo lungo la sua strada.

Il Napoli di De Laurentiis quindi non è diventato né una commedia né una tragedia, è diventata un’epopea quest’anno, ma soprattutto è diventato un modello per il futuro e questa forse per il presidente è la vittoria più grande.

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